Category Archives: Giustizia tecnologica

Ci risiamo con le chiavette

Nel post precedente stigmatizzavo il comportamento di giudici che usano chiavette USB per custodire delicatissimi documenti relativi ad un processo altrettanto delicatissimo (Eternit bis),
Oggi, processo per la morte di David Rossi, passato a Genova.
Un parlamentare 5* si accorge, nove anni dopo i fatti, che dalla chiavetta consegnata agli inquirenti – evidentemente dal personale MPS – è stato cancellato, insieme ad altri file, un video che può avere la sua importanza.
Bene, su qualsiasi supporto i file possono essere rimossi, dunque il punto, ora, non è tanto la “fragilità” della chiavetta quanto i metodi investigativi digitali. Le acquisizioni di file, specie in un processo che riguarda la morte di una persona, si fanno in un certo modo, non si delegano ad uno chiunque.
Poi dice che la Giustizia ha tempi lunghi e che troppo spesso non conduce all’accertamento dei fatti.
Vedi anche QUI.

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Il processo telematico: facciamo il punto. I cinque processi telematici a confronto, Rovereto, 15 dicembre 2017

Venerdì prossimo, sempre per UCPI, parteciperò ad un convegno (e spero tavola rotonda) sui vari processi telematici, ovviamente occupandomi di quello “penale” (sempre che esista…).
A Rovereto, programma QUI.
Sono tutti invitati, perché la cosa riguarda tutti, indipendentemente dalle parrocchie (sì, perché ci sono anche le “parrocchie” che se ne fregano dei fini comuni, da non crederci).

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EIUC – La Tutela dei Diritti Umani presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Da dal 24 novembre (venerdi’ prossimo) al 26 novembre si terrà, a Venezia, il Corso EIUC *La Tutela dei Diritti Umani presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo*.
Sono stato onorato della chiamata per la tavola rotonda del sabato pomeriggio dedicata a *Nuove Tecnologie e Diritti Umani*, chiaramente nel settore penale (e anche in quanto responsabile di una Commissione UCPI).
Volevo dirvelo 😉

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PPT e piccole cose 8: inammissibile l’opposizione a decreto penale di condanna inviata via PEC

Ancora una pronuncia sull’uso della PEC da parte dei difensori.
Ancora una volta, la Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità, nella specie dell’opposizione a decreto penale di condanna che, essendo impugnazione a tutti gli effetti, risponde alle regole delle, appunto, impugnazioni come da codice di procedura penale.
La sentenza ci dice ancora una volta che non si può fare un processo telematico “fai-da-te”, ma occorre una riforma, quello che l’UCPI vuole, pur essendo soltanto un primo piccolo passo.

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PPT e piccole cose 7: via alle notificazioni via PEC in Cassazione

Come da oggetto.
In realtà chi frequenta la Cassazione sa che c’è già stata una sorta di “sperimentazione” partita proprio quest’estate.
Ora è realtà, con la pubblicazione in Gazzetta del Decreto Giustizia 14 settembre 2017  – Notificazioni telematiche ai difensori nel processo penale di legittimita’ presso la Corte Suprema di Cassazione, ai sensi dell’articolo 16, comma 10, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, nella legge 17 dicembre 2012, n. 221.
Purtroppo, come al solito, la “riforma” è asincrona: porta un vantaggio soltanto alla magistratura, non all’imputato e al suo difensore.

A decorrere dal quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, l’art. 16 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni nella legge 17 dicembre 2012, n.
221, trova applicazione per le notificazioni, a cura delle cancellerie della Corte suprema di cassazione, a persona diversa dall’imputato a norma degli articoli 148, comma 2-bis, 149, 150 e 151, comma 2, del codice di procedura penale.

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PPT e piccole cose 6: niente PEC per l’invio di istanze

Una sentenza, in realtà, non rivoluzionaria perché non è certo la prima che afferma che i privati non possono comunicare via PEC nel processo penale. Il mezzo è riservato a cancellerie e segreterie.
Parliamo della sentenza 31314/2017 della II sezione penale della Cassazione, QUI.
A parte il paradosso che qualche pronuncia è stata possibilista sull’uso del fax, qui la questione non è più tanto giuridica (avrei qualche difficoltà a ritenere infondata la conclusione della Suprema Corte), ma politica.
Il Processo Penale Telematico (PPT) non può più attendere e non bastano i protocolli locali, tanto comodi in prima battuta, ma subito dopo forieri di incertezze assai pericolose.
E il PPT deve iniziare da queste piccole (ma grandi) cose.
Purtroppo, conosciamo bene le resistenze che non sono degli avvocati (che possono scegliersi sempre il mezzo, in questo caso), ma dall’altro lato: una giustizia (dai magistrati all’ultimo degli operatori giudiziari) che non sa stare al passo dei tempi, incapace com’è di organizzarsi a causa della sua immensità burocratica.
Basti pensare alla “copia di cortesia” ancora oggi imposta nel processo civile telematico, non c’è altro da dire.

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Rimini, 9 – 10 giugno 2017 > III Open Day Unione delle Camere Penali Italiane

Si parlerà soprattutto di separazione delle carriere in magistratura, come prevedibile. E’ certamente il tema del momento.
QUI il programma delle due giornate.
Tuttavia, a Rimini ci sarà occasione anche di presentare il lavoro di Osservatori e Commissioni tra cui quella di cui mi onoro di essere il responsabile, vale a dire quella per l’informatizzazione del processo penale.
Personalmente, per me sarà l’occasione per incontrare gli avvocati per capire bene le loro esigenze e vedere un po’ di contribuire alla creazione di un processo penale telematico conforme alle aspettative “dal basso”.

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Astensione avvocati penalisti (esplicata) > 10 -14 aprile 2017

Spesso mi chiedo a cosa si riferisca veramente l’espressione “Processo Penale Telematico” perché è una domanda che mi pongono molti Colleghi, anche in considerazione del mio ruolo nella Commissione Informatizzazione del Processo Penale costituita in seno all’UCPI.

Tra le tante risposte che mi sono dato – anche per far capire il nostro programma – credo che la definizione corretta sia “tutto quello che si fa in un procedimento penale, tranne le udienze”. Che sembrerà un po’ incoerente, perché in questo modo dal processo telematico si esclude, ad esempio, proprio il nucleo tipico di ciò che viene propriamente chiamato “processo”.

Ma il processo penale, non soltanto per una questione di tradizione, è sempre stato informato al principio dell’oralità, qualcosa di veramente sacro per noi penalisti.

Quando discuti lo devi fare potendo guardare in faccia il giudice e le parti. E così anche quando si assumono prove orali: imputati, testimoni, periti e consulenti. E’ un diritto che spetta non soltanto all’avvocato, ma anche al suo assistito.

Una celebrazione a distanza, pur con i migliori mezzi tecnologici, lederebbe inevitabilmente è gravemente la difesa.

Così, mentre noi discutiamo di processo penale telematico, zitto zitto il Governo, ponendo addirittura la fiducia, cerca di estendere a dismisura il già esistente (ma per casi limite) processo a distanza, peraltro anche sulla base di criteri ampiamente discrezionali.

Il 15 marzo il Governo ha, appunto, posto la fiducia al Senato su un disegno di legge (S.2067) che prevede, in spregio alla Costituzione e al processo accusatorio, questa devastante estensione del processo a distanza.

In sostanza, avremo molti più casi in cui l’imputato non potrà essere a fianco del suo avvocato durante il dibattimento e, per altro verso i testimoni, saranno posti fisicamente non nell’aula, ma in altro luogo, nella quasi totale assenza di comunicazione.

Per farvi capire, con una vignetta, rinvio al sito della Camera Penale di Modena.

L’Unione delle Camere Penali Italiane, dal canto suo, ha proclamato l’astensione dalle udienze (se volete, chiamatelo pure sciopero), dal 10 al 14 aprile.

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PPT e piccole cose 5: PEC sì, anzi no

Dopo le timide apertura delle settimane scorse, è arrivata subito la doccia fredda della Cassazione: la lista testi non può essere inviata via PEC. Sanzione processuale inammissibilità.
Lo ha stabilito, appunto, la Suprema Corte con la sentenza 6883/2017.
Io ho qualche dubbio sulla sanzione processuale (parliamo di una lista testi, non di un’impugnazione), ma non si può continuare ad annaspare tra i capricci di piazza Cavour, occorrono regole che non siano, peraltro, protocolli locali (che, appunto, non hanno valore di legge).

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PPT e piccole cose 4: lo strano caso della PEC unilaterale

Il caso: devo chiedere un’*estinzione reato* ex art. 445 c.p.p. da patteggiamento.
Sede non lontanissima, ma, vista la gestibilita’ della cosa, provo a proporre una spedizione diversa, alternativa. La prima parte e’ riportata QUI.
Insomma, che mando per posta cartacea, come consigliatomi.
Esito OK, abbastanza lineare, ricorrendone i presupposti.
Comunicazione del provvedimento in allegato (scannerizzato e non firmato digitalmente) da PEC dell’ufficio (che, in entrata, mi era stata detta *intasata*) su mia casella normale.
Sipario!

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