Ci risiamo con le chiavette

Nel post precedente stigmatizzavo il comportamento di giudici che usano chiavette USB per custodire delicatissimi documenti relativi ad un processo altrettanto delicatissimo (Eternit bis),
Oggi, processo per la morte di David Rossi, passato a Genova.
Un parlamentare 5* si accorge, nove anni dopo i fatti, che dalla chiavetta consegnata agli inquirenti – evidentemente dal personale MPS – è stato cancellato, insieme ad altri file, un video che può avere la sua importanza.
Bene, su qualsiasi supporto i file possono essere rimossi, dunque il punto, ora, non è tanto la “fragilità” della chiavetta quanto i metodi investigativi digitali. Le acquisizioni di file, specie in un processo che riguarda la morte di una persona, si fanno in un certo modo, non si delegano ad uno chiunque.
Poi dice che la Giustizia ha tempi lunghi e che troppo spesso non conduce all’accertamento dei fatti.
Vedi anche QUI.

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La Privacy? Una scocciatura

Una notizia che mi era proprio sfuggita, non all’Amico Andrea Lisi che una ha proposto un commento sull’accaduto, mediante il suo profilo Facebook.

Riassumiamo così, come fatto da Andrea “Si è danneggiata la chiavetta USB. La sentenza è rimandata. Siamo mortificati”. Il 90% degli atti riguardanti la causa erano “custoditi” su una chiavetta USB che, ad un certo punto, ha smesso di funzionare, dentro non c’era più nulla (non si hanno maggiori dettagli se non l’indisponibilità dei dati).

Bene, un corno: i giudici della Corte di Appello penale di Torino hanno dovuto rinviare (all’autunno prossimo) la stesura delle motivazioni nel processo Eternit bis, una vicenda giudiziaria che travalica il Palazzo e va ben oltre le singole persone offese, riguardando tutta la nostra società.

Rinvio sempre ad Andrea gli approfondimenti sulla vigenza del CAD e delle regole sui dati personali anche nel settore giudiziario (ma, evidentemente, qualcuno si sente superiore alle leggi), tuttavia faccio una piccola, pragmatica riflessione. Quando cerco di spiegare la “privacy”, sia come DPO che come semplice formatore/docente, pongo l’accento, anzitutto, sul fatto che il ridetto termine è fortemente – e impropriamente – limitato rispetto ai beni tutelati dal legislatore che, infatti, coincidono con i dati personali protetti nella loro riservatezza (“privacy”), ma anche, ad esempio, nell’integrità e nella disponibilità degli stessi. Mie fantasie? No, lo dice la legge, per la precisione il noto (evidentemente soltanto per “sentito dire”) GDPR, all’art. 32.

E così, proprio richiamando questa disposizione, si introduce il tema della sicurezza informatica, questa sconosciuta. Andiamo direttamente al caso concreto. I punti critici sono due: chiavetta USB e backup.
Sempre nella mia attività di formazione, specie quando l’uditorio è più digiuno di certi principi, di una certa cultura, dico chiaramente che si deve evitare di mettere i dati su chiavette USB. Sono dispositivi piccoli, si perdono facilmente e, in quanto memorie allo stato solido, hanno le loro fragilità. L’uso di dispositivi crittografati risolve soltanto in parte il problema (quello della riservatezza), non quelli dell’integrità e della disponibilità la cui cura ha un nome molto preciso: backup & restore. Certo, perché non basta avere una seconda copia dei contenuti, ma occorre trovarla subito per ripristinare il database, senza rinviare tutto a settembre.

Ci riempiamo la bocca di concetti come Intelligenza Artificiale, Giustizia predittiva, processi telematici, organizzando convegni, scrivendo articoli e libri. Poi vediamo che, su una banalità, i giudici torinesi hanno sbagliato tutto e chi paga sono le vittime del reato e tutta la nostra comunità frustrata, per un’imperdonabile leggerezza (ad essere buoni), nel diritto alla Giustizia.

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Tesl’avevo detto

Il gruppo Facebook Tesla Owners Italia grazie a Pierpaolo Zampini, mi ha coinvolto in una bellissima diretta sulle questioni legali applicabili alle creature di Elon Musk (e non solo, per la verità). Che, peraltro, sono vere e proprio IoT, Internet delle cose.
Abbiamo parlato soprattutto di privacy visto il sistema Sentry, una sorta di videosorveglianza-dashcam molto avanzata.
Ci sono molti dubbi, abbiamo cercato di fare un ragionamento a 360°, per nulla semplice.
La registrazione la trovate QUI.
Ma sulle dashcam c”è questo bell’articolo di Luigi Mischitelli pubblicato da Agenda Digitale.

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Key4Biz > Libertà di espressione sui social, si tratta solo di un claim commerciale?

Un mio modesto contributo sul “potere” dei social, sempre da un punto di vista giuridico e non politico. Su Key4Biz.

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Brexit ed extracomunitari

C’è poco da fare: la Brexit ha reso i trasferimenti di dati verso il Regno Unito, qualcosa di molto delicato, di cui stare mooooolto attenti.
Il Garante dedica una pagina speciale, da leggere, comprendere e, magari, connsultare con qualcuno che ne sappia.
Se ne parla da mesi, ma molti hanno fatto gli gnorri.

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Zeus News Reloaded

Anno nuovo, nuovi e buoni propositi. Per la verità li avevo fatti anche l’anno scorso, ma la pandemia non mi ha certo aiutato, anche se uno si è miracolosamente realizzato.

Da oltre un anno non scrivo più su questo blog preferendo, un po’ come tanti, i social. Oggi leggevo la biografia di un noto blogger e devo dire che mi è venuta una certa nostalgia perché il mio spazio, inizialmente su Blogger, è attivo dal 2006: non tra i primissimi, ma non malissimo, specie considerata la materia.

Un blog è sicuramente un mezzo vintage, oramai un mondo poco frequentato, superato dai fastfood della comunicazione: i social. Tuttavia, ci sono ancora affezionato, l’ho ripreso dalla soffitta e l’ho riattivato.

Come ho riattivato un’altra mia antica passione, quella di fare divulgazione giuridica, nel settore del diritto delle nuove tecnologie, su media non riservati al diritto. In un inizio d’anno in cui la mia vita professionale ha sterzato bruscamente, ho deciso di ricominciare a scrivere per Zeus News dell’amico Dario Meoli che vanta, tra gli Autori storici che conosco di più, l’attuale collaborazione di Pier Luigi Tolardo, Paolo Attivissimo e Marco Calamari.

Si comincia con un pezzo leggero sul data breach di Ho Mobile.

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Fatto 4, fai anche 5

Prima le vociacce sullo slittare dei termini per l’elezione dei 4 componenti del Garante Privacy, con conseguente riapertura dei termini per la presentazione delle candidature – dicono a favore di Ignazio La Russa (che, per dirla tutta, non ha nessuno dei requisiti richiesti dalla legge).
Ora spunta un emendamento “governativo” (M5S+PD) per adeguarsi al GDPR (per la verità, c’era già stato il decreto legislativo 101/2018, ma vabbe’).
In primis per aumentare il numero dei componenti, dagli attuali 4 (di sempre) a 5, peraltro in corso d’opera. In più, si aggiunge una procedura di nomina del presidente ed elettiva per gli altri componeti un po’ più complicata, si dice “anti-La Russa”.
Ah, ovviamente c’è la classica proroga (al 31/1/2020).
Qualche dato in più sul Corcom.

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Le nuove regole deontologiche per le investigazioni difensive e l’esercizio dei diritti in giudizio

Provvedimento n. 512 del 19 dicembre 2018, del Garante Privacy.
Come imposto dal d.lgs. 101 del 2018 (art. 20), sono state riviste le regole per le investigazioni difensive con un allargamento più esplicito anche civile e amministrativo.
Nessuna particolare rivoluzione, prevalentemente un adeguamento al GDPR europeo, ma sostituiranno quelle che, oggi, sono contenute nell’allegato A.6 del Codice Privacy.

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La prova informatica: tutela dei diritti, profili sostanziali e processuali – Perugia, 23 novembre 2018

Domani sarò a Perugia, ospite della Scuola Forense “Gerardo Gatti” per parlare di priva informatica. Se ne parlerà nella prospettiva legale, ma anche in quella tecnica,
Il programma e’ QUI.

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Venerdì 23 novembre 2018: tutti al Teatro Manzoni

Giorni di astensione, ma non sono. A fianco dell’agitazione di questi giorni contro l’ipotesi di un congelamento della prescrizione (e non solo), domani, venerdi’ 23 novembre 2018, al Teatro Manzoni di Roma si terrà la manifestazione dell’UCPI. QUI i partecipanti, non sembra una riunione di azzeccagarbugli o lobbisti.

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