Fare, disfare, rifare

Pubblicato oggi il decreto “del Fare” convertito nella legge 98/2013.

Dopo le sortite in conferenza stampa, passati per testi ufficiali e non, siamo finalmente giunti ad un testo accettabile (riportato, per comodità, in calce).

Rimane il riferimento alla “liberalizzazione” del wifi, che, però, era già stata sancita a fine 2011 disinnescando il “decreto Pisanu” (pure richiamato all’art. 7, non si sa bene perché).

Scompare il fantasioso riferimento alla tracciatura degli indirizzi MAC (che tanto ha fatto vanamente discutere schiere di esperti e presunti tali).

Viene escluso il regime autorizzativo per chi non fa impresa di telecomunicazioni, mentre per l’installazione di router e modem non è più necessario rivolgersi a personale qualificato.

Tutto è bene quel che finisce bene e poteva andare proprio male.

 

Art. 10
Liberalizzazione dell’accesso alla rete internet tramite tecnologia WIFI e dell’allacciamento dei terminali di comunicazione alle interfacce della rete pubblica

 

((1. L’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite tecnologia WIFI non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attivita’ commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni, e l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni.))

2. ( ((soppresso).))

3. Al decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 198, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l’articolo 2 e’ ((abrogato));

b) all’articolo 3 il comma 2 e’ sostituito dal seguente: «2. Il decreto del Ministro delle poste e telecomunicazioni 23 maggio 1992, n. 314, e’ abrogato».

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