La fretta del fare

I decreti-legge vanno convertiti in legge. Quale occasione migliore per riscrivere norme nate male, dopo la riunione del 15 giugno, e, con i ritocchi prima della pubblicazione, cresciute peggio?

Mi riferisco al “decreto del fare”, il decreto legge 21 giugno 2013, n. 69.

Promemoria per il Parlamento, non soltanto secondo me (visto che in molti siamo giunti conclusioni simili).

1) Comma 1. Il decreto non menziona il wi-fi che, secondo il governo, si voleva liberalizzare (ma, come sappiamo, era già stato liberalizzato due anni e mezzo fa). Tuttavia, l’espresso riferimento, al comma 2, all’art. 7 del “decreto Pisanu” (che parla di Internet point, Internet cafè, phone center, ecc.), esclude che sia stata posta in essere una liberalizzazione delle telecomunicazioni. Altrimenti detto, per gli operatori di telecomunicazioni valgono i soliti adempimenti (autorizzazioni ed altro). Rimane, però, una forte ambiguità della norma, non lo si può negare. Sarebbe meglio cancellarla.

2) Sempre Comma 1. Onestamente, non mi risulta sussistente un obbligo di tracciabilità dei MAC address (identificativi di interfacce di rete). La direttiva 2006/24/CE in tema di data retenion non ne parla proprio (si menzionano, invece, IP, IMEI, ecc.). Anche in questo caso, una sbianchettata sarebbe opportuna.

3) Comma 2. La prima parte della disposizione recita: “la registrazione della traccia delle sessioni, ove non associata all’identità dell’utilizzatore, non costituisce trattamento di dati personali e non richiede adempimenti giuridici” Si tratta, in realtà, di un altro passaggio ambiguo. Affermare che le tracce delle sessioni, senza associazione di identità, non sono dati personali potrebbe apparire un’ovvietà. Peccato, però, che la definizione di dato personale sia ben ampia e comprenda anche quelle informazioni che rendono la persona anche soltanto identificabile. A ben vedere, la norma spalancherebbe le porte anche a gestioni “disinvolte” di certi danti. Da cancellare, per evitare imbarazzanti sovrapposizioni anche con la normativa sovranazionale.

Fortunatamente, non è tutto da buttare, ma la fretta del fare a volte porta a disfare.

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One Response to La fretta del fare

  1. Pingback: Fare, disfare, rifare » :.:.: (il blog di) Daniele Minotti

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