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ZeusNews > Monti taglia anche la privacy

(da ZeusNews del 6 dicembre 2011)

2. Per la riduzione degli oneri in materia di privacy, sono apportate le seguenti modifiche al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196:
a) all’articolo 4, comma 1, alla lettera b), le parole “persona giuridica, ente od associazione” sono soppresse e le parole “identificati o identificabili” sono sostituite dalle parole “identificata o identificabile”.
b) All’articolo 4, comma 1, alla lettera i), le parole “la persona giuridica, l’ente o l’associazione” sono soppresse.
c) Il comma 3-bis dell’articolo 5 è abrogato.
d) Al comma 4, dell’articolo 9, l’ultimo periodo è soppresso.
e) La lettera h) del comma i dell’articolo 43 è soppressa.

Quello citato è il testo dell’art. 40, comma 2, del “decreto salva Italia” riguardante, nel particolare, la “riduzione degli adempimenti amministrativi per le imprese”.
Non si tratta di un intervento da poco: in poche parole, non esiste più il concetto di dato personale riferito a persone giuridiche, enti e associazioni. Dunque, quei dati che, sino ad oggi, erano tutelati, ora possono essere tranquillamente trattati senza che ne consegua alcunché.
Rimane l’unica consolazione che, come già qualcuno ha osservato, le persone giuridiche, gli enti e le associazioni sono pur sempre “abbonati” come specificato dal Codice della privacy. Pertanto, manterrebbero sempre la possibilità di opporsi al telemarketing.

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Opt-out anche per il mailing?

Il 5 maggio scrivevo un post sull’opt-out del telemarketing, prendendomela un po’ con uno spot molto ambiguo e fuorviante.
Lo stesso giorno, Il Governo approvava uno schema di decreto legge sullo sviluppo che tra regole di ogni genere, nasconde non pochi “ritocchi” in tema di dati personali.
Ci sono cose che altri conoscono ben più di me, dunque linko volentieri.
Qualcosa, invece, posso dire sul direct marketing perché il predetto schema, all’art. 6, comma 2, n. 6), così recita

all’articolo 130, comma 3-bis, dopo le parole: “mediante l’impiego del telefono” sono inserite le seguenti: “e della posta cartacea” e dopo le parole: “l’iscrizione della numerazione della quale è intestatario” sono inserite le seguenti: “e degli altri dati personali di cui all’articolo 129, comma 1,

Ma cosa significa? Sappiamo che se il nostro numero è riportato sugli elenchi telefonici, chiunque ci può chiamare per scopi commerciali o ricerche di mercato anche senza il nostro consenso. Il rimedio a questa eccezione è sganciare (opt-out) il nostro numero inserendolo nel Registro Pubblico delle Opposizioni.
Quando entrerà in vigore il decreto varato il 5 maggio accadrà che ci trovermo ricoperti di cartaccia pubblicitaria e l’unico modo per contribuire alla preservazione delle foreste sarà inserire nello stesso Registro anche l’indirizzo postale riportato negli elenchi. E, anzi, a ben vedere se negli elenchi sarà riportato anche un indirizzo di posta elettronica (perché il testo dello schema non specifica quali dati), lo stesso potrà essere utilizzato per i fini suddetti, sino all’opt-out, di fatto con la legalizzazione di una buona parte dei fatti di spamming.
Il mailing è, evidentemente, un business forte abbastanza da attivare certi colpi di mano per di più con il subdolo strumento delle decretazione d’urgenza.

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Se la pubblicità fa informazione

Penso che molti conoscano il Registro Pubblico delle Opposizioni, vale a dire quel registro nel quale il cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici, può iscriversi qualora non voglia più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato.

Diciamo che la regola sarebbe stata quella dell’opt-in, ciò del consenso esplicito ad essere raggiunto da quelle telefonate. Il fatto che il nostro numero sia pubblicato sull’elenco non dovrebbe influire.

E invece no. Per effetto di un subdolo intervento legislativo del 2009, sostanzialmente “salva call-center”, la regola è stata ribaltata, giungendosi dunque al regime di opt-out, cioè alla necessità di una volontà tesa allo sganciarsi da certe comunicazioni. E il Registro citato, pur costituendone una semplificazione a favore del cittadino (che, altrimenti, avrebbe dovuto rivolgersi ai singoli call-center, o, meglio, ai vari titolari del trattamento), fa parte di questo disegno sovversivo. Per chi ama i riferimenti giuridici, ci si riferisce alle modifiche apportate all’art. 130 del cd. “Codice della Privacy”.

In questi giorni i media ci ricordano l’esistenza del Registro con uno spot voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Iniziativa lodevole, salvo poi crollare miseramente sull’imbarazzante slogan finale: “Uomo registrato un po’ meno informatico”. Ma informato di cosa? Nessuna di quelle chiamate fa informazione, eppure, alla fine, con la battuta di effetto si cerca ancora una volta di salvare la baracca lasciando intendere che il telemarketing ha una nobile funzione, cioè quella di informarci.

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