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Google e il nuovo diritto d’autore

Sui media, proprio nelle ultime ore, si parla molto della “pace fatta” tra editori (rappresenati da FIEG, in primis) e Google con l’intervento dell’AGCM. Tutti i materiali ufficiali (segnalazione, provvedimento e impegni) si trovano QUI, sul sito istituzionale dell’Authority.
Al di là di alcune questioni importanti ma non rilevanti ai fini del diritto d’autore, gli editori lamentavano il mancato versamento dell’equo compenso da parte di Google (che riutilizza i loro contenuti) e l’uso del deep linking capace di influire, in negativo, sugli introiti pubblicitari degli editori stessi.
Questo il passaggio più significativo della Segnalazione dell’Antitrust: “le attuali norme sul diritto di autore, non appaiono tener conto delle peculiarità tecnologiche ed economiche di internet, in quanto non disciplinano un sistema di diritti di proprietà intellettuale nel contesto delle nuove e molteplici modalità di riproduzione e di utilizzo dei contenuti da parte di soggetti terzi sul web“.
Inequivocabile, non c’è che dire.

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Anche l’UE…

Grazie alla segnalazione di Herr Doktor nei commenti al post di cui sotto, ho potuto leggere un articolo di Struan Robertson pubblicato su Out-Law.com.
Insomma: la sentenza contro i dirigenti Google per il video del ragazzo disabile discenderebbe da un “baco” giuridico di origine comunitaria, vale a dire l’inapplicabilità del d.lgs. 70/2003 alle questioni di dati personali.
Cosa, peraltro, già sostenuta dai PM del processo.

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Ancora su Google Video…

…per segnalarvi questo breve (ma molto interessante) post di Carlo Felice. Il nocciolo sta nel riferimento a quanto, a suo tempo, riferito da Giornalettismo militante.
Che, contrariamente a quanto (pur comprensibilimente, in astratto) sostiene Guido, potrebbe fondare la tesi del “caso” Google Video.
Vedremo.

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Senza parole

Nel 2006, era novembre, della cosa si parlò molto. Avevo scritto qualcosa (sul giuridico, non ho molto da aggiungere) e rimando anche a questo post di Montemagno dove sono linkate altre opinioni. Il caso di Google Video e del filmato del giovane disabile messo alla berlina da quattro stupidi.
Oggi, a parte qualche articolo “fotocopia” su alcuni quotidiani, la notizia è passata sostanzialmente nel silenzio. L’altra sera ho linkato Repubblica, ora propongo anche La Stampa (e v. anche sotto per la carta).
Eppure, non si tratta di una notizia qualunque, senza conseguenze.
Un conto è l’inizio di un’indagine (magari uno di quegli “atti dovuti” di cui, a volte, si parla), un conto è la conclusione di questi giorni (che, normalmente, è l’ultimo atto prima del quasi ineluttabile giudizio).
Insomma: i pm milanesi ritengono che Google avesse la possibilità e il dovere di inibire la pubblicazione del video incriminato e, visto che non l’hanno fatto, deve essere punita (sanzionando penalmente rappresentanti e responsabili). E pare (sottolineo pare perché al momento non so molto di più di voi) che in capo a Google sia stata riconosciuta una “posizione di garanzia” quella che, appunto, serve a garantire che non si commettano reati. E se i reati si compiono risponde chi aveva l’obbligo giuridico di impedirli.
Conosco uno dei due magistrati, il dott. Francesco Cajani stimato (non soltanto da me) personalmente e professionalmente. Non è uno sprovveduto, uno che non conosce la materia telematica e/o ha molti pregiudizi. Ed è per questo che, pur non conoscendo le “carte”, rimango assai stupito. Penso sia necessario un approfondimento.
Ripeto che, a differenza del 2006, la notizia (oggi molto più importante) non ha avuto una grande diffusione. E me ne sorprendo, per il motivi già visti. La Stampa di carta, però, vi ha dedicato un’intera pagina proprio ieri. Hanno intervistato Guido Scorza ed il sottoscritto. Siamo concordi su molti punti. Certo, Google non chiuderà, ma le piattaforme di user generated content rischiano grosso e con esse la libertà di espressione. Che, sicuramente, non riguarda quei ragazzi cretini che hanno sbeffeggiato vigliaccamento un loro coetaneo più debole (e solo contro tutti), ma tutti gli altri, tutti noi.

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Provider, affini e responsabilità – UPDATED

Sta scoppiando un casotto. Presto ne avrete notizia (oppure già sapete). A domani. Per il momento, non posso dire di più (che non significa non *voglio* dire di più, eh…).

Aggiornamento del poco dopo: Ecco, mi avevano detto, ma non avevo trovato. Poi, grazie ad una di quelle pettegole che frequentano questo blog, ecco a Voi la… notizia. QUI. Ed e’… “vertici di Google indagati  (e anche di più) per un video su GoogleVideo”. Stop. Arrisentirci.

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