Google Video: le motivazioni

Depositate stamattina le motivazioni della sentenza contro Google per la pubblicazione del video del ragazzo disabile. Pubblicate da Repubblica (che ha reso un bel servizio).
Lughette, ovviamente. Qualcosa da leggere per le prossime sere 😉

(e grazie a Giovanni Ziccardi che le ha segnalate sulla lista del Circolo dei Giuristi Telematici)

Posted in Privacy e dati personali.

6 Responses to Google Video: le motivazioni

  1. lorenzodes says:

    Ho letto solo velocemente, ma… ho capito bene? Banalizzando sono stati condannati per trattamento illecito di dati personali perché il “disclaimer” (in questo caso l’informativa) era carente? Pazzesco.

  2. tn po says:

    Che belle motivazioni…
    Pur di condannare sti tre poveri diavoli, il giudice si è attaccato a questo cavillo del disclaimer (dolosamente!) oscuro.
    Oscuro perché c’è scritto “Google raccoglie i tuoi dati”, senza aggiungere “… e anche quelli di chi hai ripreso con il tuo telefonino”. Geniale questo giudice!

    In pratica però lo stesso giudice può condannare a 6 mesi di galera tutti i gestori di forum e blog che (cito) “accettano il rischio” di trattare e diffondere dati personali e sensibili illecitamente immessi (ad esempio nei commenti), se i blog/forum contengono pubblicità (c’è il profitto richiesto dal reato)

  3. herr doktor says:

    la motivazione della sentenza ha lasciato un po’ così anche me …. tuttavia la sentenza val la pena di leggerla tutta, specie nella parte in cui dà conto (con tanto di copia dei verbali e delle testimonianze) dell’approccio di google alla normativa non-US sulla protezione dei dati personali … alcuni punti sono davvero surreali

  4. Daniele says:

    Io m’ero fatto un’idea abbastanza precisa (pur fondata su argomenti fisiognomici) gia’ da tempo.
    Me la studio meglio, purtroppo ho veramente poco tempo in questo periodo…

  5. lino says:

    Sono innanzitutto dispiaciuto per il fatto che è capitato al ragazzo diversamente abile ma google non doveva essere coìnvolto in questa vicenda . All’identico modo di google anche il sottoscritto si è trovato coinvolto in un imputazione assai simile ed attualmente ho proposto appello. All’identico modo in cui i dirigenti google sono stati imputati e poi assolti per gli articoli del c.p. 595 (diffamazione), 110 (concorso) e 40 (obligo giurdico di impedire l’evento – la visualizzazione del messaggio diffamatorio -; “nessuna legge apposita impone tale obbligo a forum chat e bacheche virtuali”).

    Io al contrario con gli stessi articoli sono stato condannato e così il giudice ha deciso l’obbligo preventivo di filtrare le informazioni prima delle messa in rete di messaggi che finiscono in una bacheca virtuale.

    Fatto sconvolgente e contrario alla natura di internet ma i legali di google e il giudice poi, hanno scongiurato un ulteriore pericoloso precedente.

    Google per quanto riguarda il cavillo della privacy ha sicuramente appellato la sentenza come aveva annunciato in precedenza. Asppetteremo il concludersi del processo che sono certo avrà un buon esito per google e grazie a google utilizzeremo il loro caso per chi come me dovrà ribaltare la sentenza di primo grado per tali simili ed impossibili obblighi che come molti bloggers hanno detto verrebbe meno il principio sulla quale la rete stessa è nata, al contrario tanto vale che internet venga chiusa o che ha tutti i condannati diano almeno una laurea ad onoris causa in giornalismo dal momento che nei tribunali dicono che il blogger è l’equivalente del direttore della testata giornalista.

    lino

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