Provocazione: Apple criminale?

Anche se occorrerebbe valutare le condizioni generali del contratto (e, comunque, la loro efficacia, non così scontata), a leggere le ultime news sul “kill switch” di iPhone (rimbalzo, per tutti, su Vittorio) si potrebbero ipotizzare alcuni reati (scusate la solita deformazione professionale): diffusione di “malware” (nuovo testo dell’art. 615-quinques c.p., post Budapest) e se cancellano, accesso abusivo con danneggiamento ex art. 615-ter c.p. (secondo una tesi un po’ “avanzata”, stile Vierika) o, quanto meno, danneggiamento informatico (635-bis c.p.).
Provocazione, come precisato sopra, ma non so neppure quanto…

Aggiungiamo anche questo (che sembra essere una tra le prime fonti italiane), così finiamo sul BlogBabel.

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17 Responses to Provocazione: Apple criminale?

  1. Alberto says:

    Vederlo scritto da te con tanto di riferimenti giuridici fa un certo effetto!
    La mela morsicata non mi è mai piaciuta e vedere che potrebbe addirittura mettere in atto comportamenti criminali rafforza la mia convinzione 😉

  2. Daniele says:

    Alberto, per me uno vale l’altro. Non mi vanno le santificazioni che sono anch’esse strategia di marketing per grulli, d’altro ceto socio-culturale (apparentemente).

  3. Stefano says:

    Effettivamente le ipotesi di reato che tu paventi, Daniele, potrebbero starci…non è poi tanto una provocazione. Questo dispositivo di kill-switch sembra proprio configurare una violazione della normativa italiana in materia. Interessante questione…

  4. Carmelo says:

    Ma i reati di danneggiamento non sono reati di evento? La mera possibilita’ di operare la condotta non e’ sufficiente al perfezionamento della fattispecie. Inoltre sarebbe sempre da dimostrare l’esistenza di un danno conseguente alla cancellazione del software. o no?

  5. Daniele says:

    Infatti, ho detto *se cancellano*. Quanto alla cancellazione, mi sembra non vi sia dubbio che rientri nelle ipotesi di cui al 635-bis c.p., anzi e’ il caso piu’ evidente.

  6. Stefano says:

    Sì il delitto di danneggiamento è reato d’evento…ma la rimozione del software configura già il danno…e comunque c’è l’accesso abusivo a sistema informatico…anche qualora non si cagioni un danno. Il danno configura in tal caso una circostanza aggravante ex art. 615 ter, co. 2, n. 3. Ma è Daniele l’esperto…a lui la parola…

  7. Daniele says:

    Esperto e’ un parolone. Comunque, a leggere meglio le notizie, ci potrebbe essere altro.

  8. Carmelo says:

    Se ho capito bene, l’intenzione di Apple e’ di prevenire responsabilita’ derivanti da software distribuiti da 3rd parties e installati anche senza che il proprietario del telefono ne abbia conoscenza. Ad esempio software per la localizzazione del telefono, o altri malware. In questo caso, alla cancellazione non corrisponderebbe nessun danno. Per quanto riguarda l’accesso abusivo, si dovrebbero vedere le condizioni del contratto – perche’ se le licenze contengono l’autorizzazione del licenziatario l’accesso non puo’ qualificarsi abusivo. Del resto, il fatto che Jobs abbia diffuso la notizia sul Wall Street Journal mi sembra un tentativo di disclosure che potrebbe corroborare l’eventuale contenuto della licenza, almeno per il mercato americano… cosi’… ma preciso che non sono per niente esperto di reati informatici.

  9. Stefano says:

    Ti faccio una domanda: dato che la legge di ratifica sulla Convenzione Cybercrime ha esteso ai reati informatici la responsabilità degli enti (come ho anche ricordato in un mio recente post sul mio blog), Apple Italia potrebbe essere chiamata a rispondere ai sensi del d.lgs. 231/01?

  10. Daniele says:

    Direi proprio di sì.

  11. Daniele says:

    @Carmelo
    Certo, occorre vedere le condizioni generali, ma non sono d’accordo con te quando affermi che se Jobs e’ uscito fuori ha fatto soltanto riferimento ad una licenza gia’ esistente.
    Penso che se quella licenza contenesse espliciti richiami, qualcuno avrebbe sollevato gia’ la questione. Ed, invece, se ne sono accorti analizzando il dispositivo.

  12. Zibri's fanboy says:

    imho avere un server remoto che mi toglie un malware o semplicemente una app che funziona male mi farebbe piacere anche sui pc…
    ci sarebbero meno bot in giro.

  13. D# says:

    @Zibri’s fanboy: un’idea simile c’è già da tempo. E’ chiamata “Palladium” o “Trusted computing”.

    Non hai tutti i torti, ma occorrerebbe che:
    1) tale servizio sia opzionale
    2) l’utente possa scegliere consapevolmente di avvalersene

    Per quanto riguarda Apple: le sue politiche aziendali non sono migliori di quelle di Microsoft; ma vista la sua minore quota di mercato (per lo meno relativamente ai computer) se ne parla molto meno.

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