Non notizie sulle indagini informatiche?

Con questo post inauguro ufficialmente la sezione "Non notizie". Gia’ in precedenza mi ero occupato dell’argomento, ma mi sono accorto che, specie per quanto riguarda i reati informatici, le non notizie fioriscono. E’ il caso della "non truffa telematica" col bluetooth, della "non sentenza sul P2P". Giusto per fare due esempi gia’ esposti in questo blog (aggiornero’ la sezione).
Oggi leggo una non notizia sulle indagini informatiche, come da oggetto. Ancora sul video del povero ragazzo Down o, per la precisione, autistico con ulteriori deficit visivi e acustici; che, forse, e’ anche peggio.
C’e’ molta confusione sulle indagini. Tutti sembrano volersi prendere dei meriti, ma la cronaca e’ contraddittoria. Ovviamente, io non so come sia andata veramente. Mi limito ad evidenziare le contraddittorieta’ e, rimanendo nel dubbio, a mettere un punto interrogativo sul titolo di questo post.[[SPEZZA]]
Come si e’ risaliti ai responsabili? Sino a martedi’ mattina sembrava si brancolasse nel buio. In effetti, non e’ poi cosi’ facile risalire a chi ha inserito un contenuto su Google. Ci sono in ballo le regole di privacy a altro ancora.
Esiste, a Milano, una Google Italia S.r.l., ma i video sono su un server collegato ad terzo livello di google.it. Ecco il responso di nic.it

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x400-domain: c=it; admd=0; prmd=google;
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person: Corporate Domain Billing
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source: IT-NIC

D’altro canto, la privacy policy di Google (prolissima, ma non impeccabile) fa completo riferimento agli USA. Dunque, la S.r.l. italiana non c’entra, almeno per questi aspetti.
In piu’, se guardiamo bene i dati forniti dal nostro Nic e tracciando i nameserver, ci accorgiamo che i server di google.it sono negli States, non qui da noi.
Quelle macchine, verosimilmente, memorizzano anche i log che Google dichiara di mantenere. Idem, direi, per i dati di account.
Bene, se il server e’ negli Stati Uniti, per acquisire certi dati occorre una rogatoria, come dice giustamente Stefano Hesse, dirigente di Google (e blogger), in questo articolo pubblicato su Repubblica online. E non perche’ Big G faccia ostruzionismo e/o voglia nascondere qualcosa. Si deve fare cosi’, lo vuole la legge.
Tornando alla cronaca, il 14 viene annunciata l’individuazione della scuola della vergogna. Un coraggioso ragazzo di Torino avrebbe riconosciuto, nel video, i locali del suo istituto. Vinti, probabilmente, i timori di una ritorsione da parte dei suoi vigliacchi coetanei, va a riferire tutto all’autorita’. Ma questa, appunto, e’ la versione del Corriere. Anzi, per dirla tutta e’ la prima versione perche’ l’unico riferimento al giovane coraggioso e coscenzioso rimane su una Ultim’Ora. Anche un verifica con il motore di ricerca della testata (semplicemente con la parola down) fa uscire, sino al giorno 15, un report che contiene questa frase: "Uno studente ha visto gli spezzoni dei filmati mandati in onda dalle tv. Ha riconosciuto la classe e si è presentato alla procura di Torino". Ma, dopo poco tempo, il testo dell’articolo linkato e’ realmente sconvolto e, comunque, quel titolo e’ sparito anche dal motore di ricerca (verosimilmente per aggiornamento).
In effetti, gia’ dallo stesso 14 novembre, Repubblica ce la racconta diversamente affermando che l’identificazione dell’uploader, dunque di tutti i responsabili, sarebbe stata possibile grazie all’analisi di tracce informatiche (in particolare, l’email di login). E, francamente, cio’ non e’ possibile se non con la collaborazione del titolare del server. Google? Google Italia? Google Inc.? E ci sarebbe stata una rogatoria?
Non lo so, come non so piu’, a questo punto, quale sia la verita’. Chi ne sapesse di piu’ e’ pregato di riferire.
Per completezza, il 14 Adnkronos, per non sbagliarsi, mette insieme le due versioni.
Incidentalmente, io preferivo la storia del giovane eroe che, impadivo, va a denunciare la cosa. Di cybercops ce ne sono in giro sin troppi, non sempre cosi’ preparati.

Aggiornamento del 17 novembre 2006: purtroppo, e’ sparita anche l’Ultim’Ora che avevo linkato sopra. Devo imparare a fare degli screenshot…

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