Garlasco: l’aggravante che non c’è

Con questo post inauguro la sezione Cronaca e Diritto dedicata, appunto, alle considerazioni giuridiche riguardanti i fatti di cronaca anche se non di criminalità informatica.
Mi sono accorto, infatti, che i giornalisti non sempre riportano i fatti in modo giuridicamente corretto. Spesso enfatizzano e, ovviamente, ne perde la fedeltà.
Io penso che a qualcuno possa interessare un’analisi più puntuale. Poi, l’occasione è propizia anche per me, per farmi un po’ di ripasso, per riaprire certi tomi. Non basta mai.
Garlasco, brutta storia anche per merito dei cronisti che hanno scritto di tutto, spesso senza alcuna pertinenza con le indagini, spesso trasformando un pettegolezzo in indizio. Investigatori dilettanti allo sbaraglio.
Negli ultimi giorni il “notizione”: la Procura contesta all’unico indagato le aggravanti della crudeltà (art. 61, n. 4), c.p.) e di motivi abietti o futili (art. 61, n. 1), c.p.). Sempre più noir, sempre più trucido o splatter, come ormai si dice. Atto dovuto, dicono gli inquirenti, ed io mi permetto di essere d’accordo anche se capisco che la cosa può non far piacere a chi si ritiene ingiustamente accusato (ma che, paradossalmente, si trova tutelato proprio in virtù della sua iscrizione sul registro degli indagati).
La notizia, comunque, si sgonfia in poco tempo. Non entro nel merito perché, non conoscendo gli atti, nessuno è autorizzato a farlo. Sulla crudeltà forse ci si riferisce alle modalità deducibile da riscontri obiettivi. Sui motivi… beh… anche un bambino capisce che se il movente è sconosciuto lo stesso non può essere aggettivato in qualche modo (futile). Movente e motivi sono sinonimi. Sta nella nostra lingua.
Posted in Cronaca e Diritto.

2 Responses to Garlasco: l’aggravante che non c’è

  1. Ti seguirò ancor più attentamente. Mi è tornato in mente ciò che scrissi qualche mese fa (http://treviso.typepad.com/se_una_notte_dinverno_un_/2007/02/povera_cronaca_.html), ma è vero che purtroppo nei giornali gli errori di diritto non mancano. È altrettanto vero – e qui provo a difendere un po’ la categoria – che non è sempre facile conciliare precisione e necessità di farsi capire da un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori.

  2. Minotti says:

    Carlo Felice, mi spiace di aver dato l’impressione di volermela prendere con tutti i giornalisti. Credimi, non e’ cosi’.
    Se fai penale, ne conosci tanti, e’ inevitabile. Perche’ o per il caso locale oppure per quello nazionale dove finisci per sbaglio (e l’osservazione riguarda me), ci sei sempre a contatto. E devo dire che molti tra quelli con cui sono piu’ stretto sono corretti e, anzi, se non sanno una cosa hanno l’umilta’ di chiederla. Come farei io al posto loro.
    Lasciamo perdere gli errori di diritto o le *raffinatezze*, per Garlasco tirare fuori i motivi futili era sicuramente piu’ eclatante. Poi, come ho scritto, basta pensare che se il movente e’, al momento, sconsciuto gli inquirenti non possono essere cosi’ cretini da aggettivarlo.
    Parliamo di magistrati, suvvia. Che possono anche sbagliare, ma dubito fortemente che commetterebbero un errore del genere. E i miei primi dubbi hanno trovato conferma: bufala.
    Quanto ai lavavetri, fa sicuramente piu’ scena dire *arrestati* (anche se non e’ vero – e questa balla e’ molto brutta). Ma, per farsi capire, basta dire denunciati, non e’ vero?
    Poi, sugli opinionisti, dire semplicemente – e in modo critico e ad personam – che un Sindaco non puo’ legiferare in penale e’ una mezza verita’. Alza il telefono, senti l’opinione di un amico avvocato e capisci che non e’ proprio cosi’. Basta poco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *