Category Archives: Web giuridico

Una Giustizia vicina ai cittadini

Stamattina stavo cercando qualche informazione aggiuntiva su un tipo di pratica (amministrativa) che non tratto spesso (malgrado sia collegata ad una questione penale).
Una gugolata mirata mi ha dato, tra i primi risultati, l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) degli Uffici Giudiziari genovesi. E devo dire che le informazioni sono molte e aggiornate.
Un servizio che consiglio, vivamente.

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Ferie agostane

Il sito del Circolo dei Giuristi Telematici è, già da qualche giorno, inaccessibile.
E nessuno se ne accorge, nessuno fa qualcosa.
Ferie di avvocati.

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Il Senato è mobile (e c’è anche Opera 9.5, beta)

Letto in giro, non ricordo dove. Il Senato ha il suo sito “mobile”, all’indirizzo http://mobile.senato.it.
Vedo che Massimo riprende la notizia, ma, francamente, non pensavo fosse così di interesse.
Ho voluto provarlo (HTC Tytn II no brand, WM 6.1. pro, browser IE – per chi conosce soltanto l’iPhone, faccio presente che il dispostivo ha un display touch da 2,8 pollici) confessando anche che non ho mai visionato la versione normale con il sistema di cui sopra (l’ho fatto in questa occasione).
Per iniziare, il sito non “riconosce” il dispositivo mobile. Dunque, se si digita www.senato.it va sulla solita pagina (che, detto incidentalmente, ha una leggibilità disastrosa). Se vogliamo fare il confronto con altri siti, così non è per Google che passa direttamente alla versione mobile. Quanto al Corriere, non so se per effetto di qualche loro “rivoluzione” oppure perché ho cambiato sistema (prima avevo un Tytn I con WM 6.0 pro), ma, ora, praticamente non mi si carica più. Questo con IE, poi vedremo. Alcune volte, mi si caricava (dopo un po’ di tempo) la versione http://mobile.corriere.it, ora nemmeno quella. Fallito anche il tentativo di caricare direttamente quella mobile. Magari, qualcuno li avverta.
Ma ritorniamo al Senato. Il sito mobile mi sembra molto valido. “No-frills” (e non è soltanto questione di grafica, ma anche di peso delle pagine), leggibilissimo senza scrolling laterale anche in verticale. Del resto, la versione normale non è certo il massimo se la si visiona con un mobile. Ottimo lavoro dunque. E chi bazzica l’ambiente, sin dai primi passi di Internet istituzionale, sa perfettamente quanto il team del Senato è sempre stato all’avanguardia.

Mi ricordo, poi, che è finalmente uscita la beta di Opera 9.5 per WM (ovviamente gratuita, ma la versione definitiva sarà a pagamento). Devo dire che già una demo della 8.5 mi aveva positivamente impressionato. La scarico partendo da QUI. La installo e provo con il sito “normale” del Corriere. Non mi porta su quello mobile, ma il rendering del solito è qualcosa di incredibile. Mai visto nulla di simile su gli altri (purtroppo pochi) browser per WM. Sicuramente, anni luce rispetto a IE. Certo, su un piccolo display vedere le pagine come se fossi davanti al mega LCD di casa crea qualche problema di leggibilità, ma basta un doppio tap e lo zoom, con uno step secco, consente di leggere anche il testo degli articoli, non soltanto i titoli. Doppio tap e torni indietro, al rapporto di ingrandimento precedente. Esiste, comunque, anche un’opzione di zoom a piccoli step.
Se, però, attivo la “mobile view” anche il problema della leggibilità non ottimale senza zoom viene meno. I “sacrifici” grafici non sono poi così pesanti (almeno per i siti che ho provato io). Insomma, nel mobile con schermi piccoli questa “ricomposizione” delle pagine (che fa anche IE, sebbene in misura ridotta) è spesso più che opportuna.

Purtroppo, con o senza “mobile view”, Opera presenta gli stessi limiti di altri browser quando si tratta di gestire il pannello di controllo di WordPress. Forse, qualche leggero miglioramento, ma postare così non è agevolissimo.

E concludo tornando al sito del Senato. Ben venga una versione mobile anche se, per certi versi, mi sembra un po’ un effetto della iPhone-mania che suppongo diffusa anche tra i parlamentari (ah… ce li vedo…). Avrei preferito, però, che gli investimenti prendessero la via della completezza delle fonti giuridiche in Rete. Lo dico ancora una volta perché se il Senato non ha la versione mobile non succede nulla o quasi; se un cittadino, in questo mare magum di norme accatastate, ignora la legge vigente, non è scusato.
Tira più il geek che l’ignorante della legge.

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I codici online

Premetto che sono fondatore e “direttore” di un sito giuridico dedicato al penale. E che, dunque, riconosco anche i miei limiti, prima di quelli degli altri.
Oggi stavo facendo un po’ di slide per un prossimissimo appuntamento. Io copio e incollo tanti testi di legge e parlo molto a braccio. Un mio limite o la mia fortuna.
Inevitabile servirsi delle varie risorse telematiche, perché sono più “comode”. Beh… mi sono accorto che sono tutt’altro che aggiornate. In parte lo sapevo già perché, nella qualita’ di cui sopra, ho sempre saputo che l’aggiornamento non è cosa da poco. Però, in un paio di casi, mi sono stupito, perché ci credevo, molto (parlo di due editori, non di siti sostanzialmente amatoriali come quello che gestisco io). E, poi, ci sarebbero altri due esempi, molto roboanti, molto non aggiornati (e parlo di testi di codici fermi ad anni fa…).
Il problema, se vogliamo dirla tutta, è che le fonti ufficiali (ricordiamoci che l’ignoranza di legge non scusa…) sono assolutamente carenti.
Due esempi:
– la Gazzetta Ufficiale (edita da IPZS, ente economico che fa capo allo Stato che pretende la nostro conoscenza di legge) è gratuita soltanto per gli ultimi sessanta giorni; comunque, devi arrangiarti nel bricolage;
– se andate sul sito del Parlamento (che vi rimanda al server del Senato) trovate tutte le leggi, ma senza gli aggiornamenti che, in certi momenti, sono quotidiani.
Norme in Rete? Una patacca… Un supino motorino di ricerca a risorse esterne (ah, per carità… tutte fonti “pubblico-ufficiali”). Non aggiornato, non integrato, non coordinato.
Allora, alla fine faccio riferimento alle banche dati solite, quelle a pagamento che… funzionano benissimo (o quasi, visto che hanno qualche buco di interfaccia e compatiblità).
Coma mai queste funzionano benissimo?

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Italia 2008: la legge è ancora segreta

Impossibile non dare ragione a Manlio Cammarata che, su Interlex, denuncia, per l’ennesima volta, l’inesistenza di un vero accesso libero e gratuito (nonché tempestivo e aggiornato) alle leggi italiane (e anche alla giurisprudenza, almeno quella di Cassazione e Giurisdizioni Superiori).
Lo Stato non scusa l’ignoranza di legge eppure fa ben poco per renderci informati.
Dietro c’è il business della Gazzetta e delle riviste giuridiche che vivono anche sulla pubblicazione di leggi e sentenze.
Qui, in Internet, ci sono tanti siti e qualche amministrazione locale che, gratuitamente, cercano di riempire questo vuoto. Iniziative lodevolissime, ma si tratta di un compito istituzionale.

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Abbasso il legalese

Il sito giuridico ildirittoamministrativo.it ha lanciato un’interessante iniziativa volta a far capire la Giustizia al cittadino comune.
In pratica, si riassumono sentenze in modo, appunto, comprensibile a tutti.
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Concorrenza (?)

Ho letto, tempo fa, questa frase, ma soltanto ora la ripropongo perche’ ci ho riflettuto.
"La sezione dedicata al diritto penale nasce, sin dagli inizi, come "seconda" alla ben piu’ famosa Penale.it di Daniele Minotti, penalista indubbiamente capace.
Persistere nel tenere aperta questa sezione e’ una scelta niente affatto scontata. Come giustificare ai lettori che si sta realizzando qualcosa che altri gia’ fanno, e bene?
Crediamo che ci sia un buon motivo: noi facciamo bene informazione e copriamo piu’ fonti.
Cosa dovrebbe farvi credere che possiamo farlo meglio di Penale.it o di altri siti?
".
Tratta da Iusseek/penale.
Bene, Penale.it non si mette in concorrenza con alcuno. Non perche’ si creda il migliore, ma perche’ non fa business, non vende alcunche’. Ha degli ads, ma servono a coprire spese, spesette e impegni.
Penale.it, un anno e mezzo fa, ha fatto una scelta: si e’ messo con un editore (Nyberg), ha organizzato una redazione e fa il suo "sporco lavoro" con una linea che si spera rigorosa, senza sbavature sulla cronaca.
Valentino, tempo addietro, mi chiede di partecipare a Iuseek/penale, ma io ho diversi impegni (come tutti) e quel poco di tempo che mi resta preferisco dedicarlo alle mie cose, a quello che posso controllare con una linea editoriale mia.
Nessuna concorrenza, non capisco…

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Un po’ di materiali sul diritto dell’informatica

Con piacere annuncio che il Circolo dei Giuristi Telematici ha pubblicato alcune relazioni del convegno di Santa Margherita Ligure (maggio 2006… ok, siamo tutti un po’ impegnati…):
– Maurizio Castagno, La tutela contrattuale nelle transazioni telematiche;
– Marisa Bonanno, I metodi di comunicazione garantita nelle transazioni all’Età della lex electronica: firma digitale e documento informatico – Certificazione di e-mail e siti Web;
– Laura Furlanetto, La pubblicità online e le comunicazioni commerciali.

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Defacement del web giuridico

Per quanto mi risulta, e’ il primo caso.
Qui sotto la cache di Google

Qui, invece, quello che compare dopo il lavaggio del defacement

La mia solidarieta’ a Francesco Brugaletta e allo staff di diritto.it.

Aggiornamento delle 19.07: ecco un’altra pagina a caso

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Scherzi da indulto

L’editore UTET da anni ha, in catalogo, una banca dati giuridica. Dapprima, ovviamente, in locale, poi anche via Web.
Cercando l’art. 600-quater c.p. si scopre che il reato potrebbe non essere coperto da indulto.

Non e’ cosi’. L’indulto non copre l’ipotesi del secondo comma (ingente quantita’ di materiale illecito), ma si applica alla fattispecie base del primo.
Ecco che dice la legge laddove esclude alcuni reati:
"2. L’indulto non si applica:
    a) per  i  delitti  previsti  dai  seguenti  articoli  del codice penale:
[…]
16)  600-quater  (detenzione  di materiale pornografico), anche nell’ipotesi  prevista  dall’articolo 600-quater.1 del codice penale, sempre  che  il  delitto sia aggravato ai sensi del secondo comma del medesimo articolo 600-quater;
".
Beh, l’accoppiata indulto-pedopornografia puo’ fare brutti scherzi facendo dimenticare i limiti del primo.

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