C’era da aspettarselo (?)

Insomma, che due dirigenti americani di Big G sono indagati, per diffamazione aggravata, in relazione ai fatti del video vigliacco del ragazzo disabile torinese. Siccome, come riferisce la cronaca, la stampa non c’entra, si tratta di un caso di responsabilita’ del provider, non c’e’ dubbio. E scusate se ho questa certezza. E scusate se mi sembra anche che sia il primo caso da noi.

Dal Corriere online.

Mah…

  1. beppe.b:

    eppure, stando a repubblica, sarebbe stata ipotizzata l’applicazione del regime della stampa

  2. Kaelidan:

    In quel caso sarebbero davvero gli echi della sentenza di Aosta…

    Come commentavo qualche post fa, si tratta di un caso assurdo, un’estensione analogica in materia penale che non sta né in cielo né in terra, un’oggettivazione della colpa di persone che non possono controllare ogni singolo file (peraltro mi sembra prontamente rimosso).

    Perchè ho la sensazione che certi magistrati in Italia seguano le pressioni della piazza più che quelle della ragione (o del diritto)?

  3. willy:

    e poi la Franzoni scrive libri …mha! il probema dell’italia è che nessuno crede alla legge a parte 4 pirla tra cui me stesso, ciao.

  4. :.:.: (il blog di) Daniele Minotti » Vividown in Cassazione: ultimo atto:

    […] Quasi otto anni fa, il caso Vividown vs. Google. Fece molto scalpore. Dirigenti in primo grado assolti per la diffamazione e condannati per il trattamento illecito, assolti in appello anche per il trattamento illecito, ricorso dell’accusa rigettato dalla Cassazione. Lunedì sono state depositate le motivazioni e sono molto interessanti. Ci sarà da discutere. Intanto, si può dire che è una bella pietra in punto (ir-)responsabilità del provider. Monica Gobbato ci ha già scritto fiumi di parole. […]