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The Pirate Bay censurata? – UPDATED

Matteo segnala questo caso di (presunta) censura. La Baia piratesca rilascia un comunicato ufficiale. Ci sono molte imprecisioni, anche qui molto pregiudizio.
Ovviamente, il diavolo e’ sempre Berlusconi. Peccato che il “mezzo giuridico” verosimilmente utilizzato per l’inibizione di certi IP qui da noi sia un’invenzione del precedente governo di centrosinistra, in particolare del Ministro Gentiloni. E gia’ sotto quella gestione era stato usato per fatti molto più controversi e di chiara espressione di libertà che, con la pedopornografia, non avevano alcunche’ a che fare (Operazione: Pretofilia).
Osservo, peraltro, che, se noi siamo fascisti, allora siamo in buona compagnia. Wikipedia riporta una serie di enti che hanno fatto causa a TPB: c’e’ l’avanzatissima Svezia e l’eticissima Apple.
Sul resto, non posso dire molto. Mi premeva soltanto fare questa precisazione.
Il punto, prima di parlare di censura, e’ che da parte di chi ha ordinato il filtro occorrerebbe molta più trasparenza. Che occorre pretendere a gran voce.

Aggiornamento del subito dopo: Eh… prima dovrei documentarmi meglio, poi scrivere… Bhurro dice che, con il suo provider, e’ riuscito a vedere una “schermata” della GdF posta per ordine della Procura di Brescia che, però, fa riferimento ad un altro caso (Colombo-bt). Io riporto la notizia e se fosse cosi’ Berlusconi e Gentiloni sarebbe completamente innocenti. Va detto…

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Italia > il mondo (e ritorno)

Bella immagine che abbiamo in giro per il mondo. Nel bene e nel male. Beh, lo sapevamo gia’, ma…
Ieri leggo su Massimo di un rapporto di Libertus.net riguardante l’implementazione di filtri IP per combattere la pedopornografia. Come sappiamo, da noi e’ in vigore il c.d. “Decreto Gentiloni“. Circa l’Italia, pero’, Libertus.net sembra avere le idee poco chiare (citando esclusivamente fonti giornalistiche o straniere) e omettendo del tutto di riferire del banning del gambling online. Oltre a quest’ultima cosa, io, pero’, una cosina l’avrei ricordata. Giusto per avere il giusto polso della censura (e degli abusi) italiana.
Cambiamo argomento. Stamattina, per caso, ho ritrovato uno spassoso post di Elvira (che riprende Webgol tumblr). E si scopre che anche Slashdot dice baggianate su come va in Italia.
A me Andrea (Monti) fa impazzire (e un po’ lo invidio). Spara una provocazione (quella del p2p divenuto legale per effetto delle modifiche all’art. 70 l.d.a.) e tutti credono che sia una cosa vera.

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Internet e carta: soliti trattamenti differenziati

Non penso occorra chiamarsi Massimo Mantellini per giungere a certe esattissime conclusioni. Il problema, semmai, e’ il coraggio di sostenerle. E non tutti lo hanno.
Massimo riprende una articolo di Repubblica sul tema della prostituzione online o, meglio, sui siti di annunci escort e osserva che, alla stessa stregua, dovrebbero essere chiusi/perquisiti/sequestrati anche i tradizionali quotidiani che pubblicano centinaia di annunci chiaramente legati alla prostituzione.
Al di la’ di cio’, a me vengono in mente due cose:
– che l’anno scorso Rebus (che e’ uno che sa…) ha denunciato il filtraggio, per IP, di un sito di questo genere "sfruttando" il decreto Gentiloni sull’inibizione dei siti pedopornografici; un gravissimo abuso;
– che, piu’ recentemente, la Cassazione ha distinto tra stampa (con i relativi diritti di cui alla’rt. 21 Cost.) e stampa di annunci illegali.

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Amarcord 2007 – UPDATED

Visto che nel 2007 sono accadute molte cose, ho deciso di scrivere questo post (lunghetto…) riassuntivo, non esaustivo, di quanto ho scritto in tema di diritto delle nuove tecnologie. Buona lettura, se volete. continua a leggere

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Testata, no… sito, anzi forum

Lunedì ero in una città d’arte a difendere l’intestatario di un dominio relativo ad un forum, non testata giornalistica. Fatto di presunta diffamazione, ad opera di un forumista, contro un noto assessore.
Ecco, abbastanza fedelmente, la trascrizione dell’udienza.
 
Legenda
G: Giudice
M: Minotti
 
G: Allora, avvocato, aveva una questione preliminare?
M: Sì, signor giudice, l’ho già illustrata al pubblico ministero e al collega di parte civile. Si tratta della denuncia di nullità del decreto di citazione a giudizio, ex articolo 552, per evidenti problemi del capo di imputazione [segue esposizione].
G: Ma l’imputato non è il direttore responsabile della testata Alfa?
M: No, signor giudice, è soltanto il titolare del dominio Beta, corrispondente ad un forum. Peraltro, non coincidono anche i fatti contestati. Probabilmente, c’è stato un problema di copia e incolla in Procura…
G: Ah… Ma il 415-bis era corretto?
M: Sì, nella misura in cui riportava il nome del mio assistito associato al sito giusto nonché delle espressioni diverse da quelle dell’odierno decreto. Donde la prova della nullità del decreto, al di là di ciò che è ulteriormente riscontrabile nel fascicolo del pubblico ministero.
G: Bene, allora verbalizziamo l’eccezione. L’avvocato Minotti, per l’imputato Tizio, eccepisce la nullità del decreto di citazione a giudizio, in quanto Tizio non è il responsabile della testata Alfa, bensi’ della testata Beta…
M: No, scusi, signor giudice, non possiamo parlare di responsabili o di testate.
G: Ma è lo stesso… Comunque, semmai, riguarda il merito…
M: Mi scusi, soltanto perché si tratta della verbalizzazione di una mia eccezione, vorrei si mettesse, riguardo a Beta, sito in luogo di testata. Anche perché, altrimenti, ammetterei l’applicabilità delle disciplina sulla stampa e, visto il caso concreto, saremmo anche in regime di art. 13, con tutto quello che ne consegue circa il rito.
G: Va bene. Signora, corregga testata e sostituisca con sito.
 
Bene, io non voglio essere pessimista più di tanto, ma non posso non negare certe mie preoccupazioni. Ieri abbiamo saputo che Gentiloni, che dovrebbe-potrebbe mettere mano alla riforma dell’editoria, non ha le idee chiare sul regime proprio della stampa.
Il caso sopra, invece, ci può far pensare che anche chi deve applicare la legge non senta la necessità di porre un reciso distinguo tra testata e sito, anzi forum.
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Non poteva non sapere

Quante volte abbiamo sentito questa espressione?
Bene, succede che il Ministro Paolo Gentiloni si accorge soltanto ora di aver votato, in Consiglio, il via libera al ddl editoria (roba di sua competenza…) che e’ non soltanto iniquo, ma anche una volgarita’ giuridica di infima lega. Qualche nostro Maestro si sta sicuramente rivoltando nella tomba.
Se ne accorge, caduto dal pero, perche’ ne ha parlato Beppe Grillo il quale, quest’ultimo, si guarda bene di citare le fonti (che non sono io) della protesta. Ma l’importante e’ che se ne parli, anche se Grillo dice un po’ di cose campate in aria, molto populiste.
Ammenda la fa anche Di Pietro, anche se dice di non aver saputo (ma che ci stanno a fare i Ministri? Per farsi fare le leggi da certi sottosegretari?). E, comunque, ha l’aggravante di aver compiuto studi di diritto.
La cosa grave di una democrazia che non c’e’? Che lo stesso Gentiloni ha difeso, di fatto, quel disegno senza averlo letto e il suo interlocutore al question time se n’e’ pure stato, gongolante e pago del nulla detto dal Ministro in un trionfo del "volemose bbene".
Li mandiamo a casa?

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Tutti indagati, tutti schedati

Prendo spunto da quanto riportato oggi da PI. Il Ministro Gentiloni, durante il question time del 27 settembre in Senato, snocciola le cifre della lotta alla pedopornografia, loda la sua azione e propone nuove iniziative anche a livello europeo.
Il tema è certamente delicato perche’ riguarda i bambini, ma, allo stesso tempo, e’ assai critico perche’ opinare l’azione del Governo su tale fronte espone al rischio di accuse di pedofilia, quanto meno “culturale”. Insomma, la critica su tale politica e’ un vero tabu’.[[SPEZZA]]
Le nuove norme sulla pedopornografia citate da Gentiloni sono rappresentate da due provvedimenti: la legge 38/2006 e il decreto 8 gennaio 2007. A ben vedere, pero’, i “meriti” dell’attuale Ministro riguardano soltanto il decreto perche’ la legge e’ stata approvata, pur a larga maggioranza, durante la precedente legislatura e il disegno di legge originario (C-4599) era di iniziativa del Governo Berlusconi.
Quanto al decreto, Punto Informatico sottolinea, giustamente, che Gentiloni “sorvola” sulle applicazioni distorte. Va bene, non era quella la sede, non era l’oggetto dell’interrogazione, ma non mi risulta che, malgrado alcune voci (purtroppo non abbastanza forti) il Ministro abbia mai dato spiegazioni degli abusi che, di fatto, hanno assunto i tratti della censura illegale. In piu’, la presentazione delle cifre (arresti, sequestri, ecc.) presenta il solito viziaccio: tace – come, invece, dovrebbe fare un amministratore onesto – di eventuali esiti negativi delle indagini (scarcerazioni, archiviazioni, proscioglimenti).
A cio’ si collega un altro profilo parecchio inquietante e’ il tentativo di collaborazione con il Guardasigilli per l’acquisizione dei nominativi dei condannati per reati di pedofilia (e penso anche pedopornografia), ma anche dei meri “inquisiti” (rectius: indagati”). Che, come detto sopra, e’ una cosa inquietante: non si comprendono bene i fini di questa schedatura fuori dagli scopi stretti di giustizia; il Ministro dimentica operazioni fallimentari come quella denominata Game Over (circa 1.500 indagati con un’altissima percentuale di archiviazioni o proscioglimenti); l’art. 27 della Costituzione subisce sempre piu’ violenze.
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Responsabilita’ del blogger: la posizione del Governo

Silvio Crapolicchio, deputato dei Comunisti Italiani nonche’ mio coetaneo e collega, ha fatto una cosa lodevole.
Ha presentato un’interrogazione al Governo su un tema non da poco: libertà di espressione del pensiero attraverso strumenti telematici nel rispetto dei diritti dei terzi.
Ha risposto Gentiloni, abbastanza fermo sull’impossibilita’ di equiparare il blogger al direttore di testata, ma con qualche svabatura su aspetti minori.
Replica Crapolicchio lodando la blogosfera e i Comunisti applaudono. E perche’ no? Anche noi.
QUI il tutto, gia’ scovato da Iusseek dove si deduce che se n’e’ parlato anche da Severgnini. E Spataro ha sicuramente ragione su un punto: il vuoto normativo denunciato dall’interrogazione non c’e’.

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DFIR ITALY 2007

DFIR, Dialogue Forum on Internet Rights. A Roma, in Campidoglio, il 27 settembre.
A leggere il programma, rimango un po’ perplesso. Solita carrellata quasi esclusivamente di istituzioni. E relatori realmente indipendenti e provenienti "dal basso"?
Approfondendo tra i partecipanti:
– il Ministro Gentiloni, gia’ vincitore del Big Brother Award Italia 2007 – Bocca a stivale e protagonista di mai spiegati oscuramenti;
– Google, gia’ vincitore del Big Brother Award Italia 2007 – Tecnologia piu’ invasiva;
– Pier Ferdinando Casini, pare abbia querelato un blog (fake) di satira politica.
Considerate queste presenze, ci si augura che qualcuno chieda spiegazioni e che tutto non finisca coi soliti reciproci complimenti.

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Scusate, non capisco…

Riferito, tra gli altri, da Quinta, leggo con interesse il carteggio tra Vittorio Zambardino e Paolo Gentiloni. Il tema e’ sempre lo stesso, molto caldo in questi giorni, vale a dire quello della censura in Internet.
Qui c’e’ la lettera di Zambardino. Premetto: io sono nessuno, Zambardino, invece, e’ un noto e capace giornalista. Trovo, pero’, assai ingenuo fare appello alla comune qualita’ di blogger perche’, con quello che e’ successo in queste ultime settimane, blogogosfera e idee liberal non sembrano andare piu’ tanto d’accordo. Non contiamocela: una certa filosofia, oramai, si e’ scolorita irrimediabilmente.
Qui, invece, c’e’ la risposta di Gentiloni. E non e’ facile non essere d’accordo con certi commenti al post. Devo riconoscere che il Ministro e’ un genio della comunicazione politica, non a caso il suo mestiere.
Incidentalmente, osservo che, finalmente, il Ministro stesso ha capito che il decreto sul filtraggio dei contenuti pedopornografici si applica, appunto, soltanto a questi. Non puo’ riguardare il gioco Operazione:Pretofilia. Malgrado quello che pensa Volonte’, nel mio piccolino sono molto soddisfatto di quello che ho scritto alcuni giorni fa e che pensavo gia’ da prima.
Cio’ premesso, come si dice, le domande sorgono spontanee: perche’, allora, il decreto e’ stato applicato al sito dell’orgoglio pedofilo quando non pubblicava pedopornografia? E che dire del plauso di Gentiloni? Un po’ di coerenza?

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