Se l’abuso del computer può costar caro

Utilizzare Facebook sul posto di lavoro può condurre ad un procedimento penale per peculato e abuso d’ufficio? Se si tratta di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio (figure normalmente – ma non esclusivamente – tipiche del pubblico impiego), la Procura di Forlì-Cesena risponde affermativamente. Lo riferisce il Resto del Carlino (che pone l’enfasi soprattutto sul social network, ma il problema è generalizzato) e la notizia si sta già propagando in Rete.

Personalmente, ho qualche perplessità. Non è la prima volta che per l’abuso di strumenti informatici, specie se collegati ad Internet, si ipotizza il peculato. Infatti, si conosce almeno un precedente di Cassazione abbastanza noto.

Il fatto è che, come dice la sentenza citata, per il reato in esame occorre verificare la sussistenza di un danno che però, come sappiamo, in presenza di utenze “flat” non è calcolabile.

Fermo restando che, come tengo sempre a dire, sulla scorta di un articolo giornalistico non si traggono conclusioni giuridiche. In più, da un caso concreto non si trae necessariamente un principio.

Prudenza, dunque.

  1. Francesco:

    Perché nel caso di una connessione con tariffa flat il danno non dovrebbe essere calcolabile? E’ vero che non pagando a byte non posso calcolare direttamente il costo sopportato ma è altrettanto vero che potrei aver dovuto ampliare la banda a causa dell’abuso della stessa. Alcune aziende spendono in sistemi di ottimizzazione dell’uso della banda perché non possono procedere all’aumento della stessa banda.
    Forse non è banalmente calcolabile ma è sicuramente un danno dimostrabile con un minimo di analisi dell’utilizzo della banda stessa…

    Commento al volo senza pretesa di verità! 🙂

    Ciao, Francesco aka Quasidot.

  2. Daniele Minotti:

    In effetti potrebbe essere, ma penso sia un caso relativamente raro, dubito si verifichi nel pubblico.

  3. ZeusNews > Se l’abuso del computer può costar caro (2) » :.:.: (il blog di) Daniele Minotti:

    […] anche se da poco. Dopo un mio post qui, mi vengono in mente altre cose che scrivo per un articolo su […]