Internet è un frigorifero?

Ci sono cose che apprezzo molto in questo articolo di Stenio Solinas. L’inizio e la fine. Quanto alla parte centrale, dissento; e anche parecchio.

Gli ultimi numeri diffusi, che parlano di un’Italia ancora una volta indietro, di Internet come “un’occasione perduta, oppure un’occasione sprecata, la trasformazione di uno straordinario elemento di libertà in un qualcosa che sta fra il business, l’elettrodomestico e il passatempo”, non possono che condurre verso uno stato d’animo tra la delusione e il disincanto.

Allo stesso modo, va condiviso l’elogio della lentezza, nel suo tendere ad una dimensione più umana della vita, anche soltanto quotidiana, e che possa valorizzare i rapporti umani. Internet cum grano salis, dunque; anzi, anche meno. Ed è questo “anzi”, pur implicito, che non mi convince.

Come anticipato, è ciò che sta nel centro dell’articolo che non va; e non soltanto per certe tinte misoneiste.

Cosa induce Stenio Solinas a passare da certe premesse celebrative a conclusioni così stroncanti?

Due punti soltanto, ma evidentemente decisivi: lo scadimento dei contenuti (conditi da molta maleducazione) e la disumanità del mezzo.

In realtà, questo approccio nasce da un errore di base che confonde, in un tutt’uno, Internet come contenuti e Internet come mezzo e che, pertanto, non può che condurre a conclusioni sbagliate.

In Internet c’è veramente di tutto, lo sappiamo. E non sempre la qualità raggiunge i livelli della carta. Penso di poter dire qualcosa in tema di informazione giuridica.

Ma se badiamo soltanto a ciò, dimentichiamo quella qualità che pure Solinas ricorda, ma che non è certo perduta: quella di permettere, sostanzialmente a chiunque, di esprimere il proprio pensiero e – aggiungo io, pur difformente da Solinas – stimolare nuove forme di interazione sociale che si aggiungono a quelle “tradizionali”, senza escluderle.

I servizi liberi e gratuiti non si contano più e si sono moltiplicati proprio con l’avvento del cd. “Web 2.0”, quello che vede l’utente al centro di Internet, come generatore (e non soltanto fruitore) di contenuti.

Sino a ieri occorrevano soldi e potere (ove non coincidenti) e un fisico da atleta da 110 ostacoli per saltare senza intoppi tutta la burocrazia collegata alle pubblicazioni (le autorizzazioni, le registrazioni ecc.). Oggi – come si dice in un modo già demodé – basta un click.

Internet, in questa prospettiva, dovrebbe essere santificata, ma così non è. Perché se da un lato qualcosa si è visto a tutela del commercio elettronico, sul fronte della libertà di espressione del pensiero gli attacchi sono quasi quotidiani.

La Rete, d’altro canto, non altera i rapporti interpersonali più della corrispondenza epistolare o del telefono che Solinas cita ad esempio di umanità. Se io mando un’email, uso soltanto una tastiera al posto di una penna. Se telefono a un amico, gli sono distante come se facessi una chiamata VoIP. E se i ragazzi (non tutti) non stessero davanti ad un computer, si rincitrullirebbero davanti ad una TV o ad un videogioco, risorse tecnologiche non dell’ultima ora, magari abbandonati alla non adeguata guida e compagnia di quelle baby-sitter elettroniche.

Lasciamo stare la tendenza al facile insulto di quattro “navigatori della domenica”, perché sono gli stessi maleducati che si vedono alla TV o che ti molestano al telefono. Abbandoniamo, all’opposto, anche l’atteggiamento di chi pensa, spesso senza sapertelo spiegare, che su Internet sia tutto buono mentre il mondo “reale” è completamente marcio. Occorre una visione ben più realista.

Piuttosto, cerchiamo di far capire, ad esempio ai nostri giovani, come scegliere, come orientarsi in Rete. Perché faremmo la stessa cosa in libreria, in edicola, al cinema e via dicendo.

Al mondo c’è di tutto, mi sembra tanto banale ricordarlo. Ma, appunto, è il mondo, non Internet di per sé.

Page 1 of 2 | Next page