Sed Lex > Diritto d’autore: cosa bolle in pentola

Premessina. A volte, con Paolo De Andreis siamo sincronizzati in modo inquietante. Ma, forse, e’ normale, considerata l’attualita’ che entrambi inseguiamo. Oggi mi e’ venuto da cercare un po’ quello che avevamo sospeso prima delle vacanze (i vari disegni di legge sul diritto d’autore) perche’ non tutti i testi ufficiali erano disponibili. Gli mando il pezzo e mi dice che stava proprio scrivendo sul disegno di legge Beltrandi sulla legalizzazione del P2P. Decidiamo di fare una sorta di collage: lui parla di Beltrandi, io del resto. Di seguito posto il mio Sed Lex. Poi, giusto per non pensare di aver scritto invano, metto anche quello che avevo buttato giu’ sulla proposta di Beltrandi 😉

(da Punto Informatico del 13 settembre 2007)

Roma – In questi giorni ho spulciato un po’ i siti del Parlamento ed ho trovato, finalmente, tutti i testi di alcuni disegni di legge annunciati negli ultimi mesi. Sono proposte molto interessanti da cui ho estratto le cinque principali.

Per motivi di completezza, partirei da aprile con il già noto disegno di legge (S-1461) del Senatore Bulgarelli in materia di P2P.

Incentrato sulla valorizzazione-celebrazione del fair use, prevede tre fondamentali modifiche:

– abrogazione del reato di messa a disposizione per via telematica (tale è il file sharing) anche senza dolo di lucro o profitto (la recente lettera a-bis dell’art. 171 l.d.a.) e reintroduzione del dolo di lucro (vantaggio patrimoniale) in luogo del dolo di profitto (anche semplice vantaggio morale) nell’art. 171-bis l.d.a. che fissa i reati in tema di programmi per elaboratore;

– rafforzamento del diritto di copia privata anche in forma digitale (attualmente, il diritto massimo è la copia analogica);

– liberalizzazione dell’uso didattico delle immagini pubblicate su Internet.

Si tratta di modifiche importanti ed apprezzabili. Peccato, pero’, che da un lato non si regolino anche le banche di dati come proposto per il software (banca di dati è anche un’enciclopedia multimediale come quelle usate dai ragazzi per le proprie ricerche scolastiche), dall’altro non si intervenga sulla disciplina civilistica (ma si veda, oltre, il ddl C-2973).

Il secondo disegno di legge (C-2682), figlio dell’on. Paola Balducci e altri, è parimenti di sicura attualità anche se, di primo acchito, sembra una mera modifica alle regole del processo civile senza attinenza con la Rete.

C’entra con l’affare Peppermint, pur non espressamente menzionato nella relazione, e riguarda una proposta di modifica dell’art. 156-bis l.d.a., introdotto per il recepimento della Direttiva 2004/48/CE (cd. “IPRED 1”).

Tre i punti principali:

– sostituzione del termine “prove” con quello di “indizi” (dunque, un più robusto onere della prova a carico del ricorrente);

– previsione dell’opposizione di terzo (attualmente non possibile);

– maggiori tutele per il trattamento di dati personali (in relazione si fa espresso riferimento all’acquisizione di indirizzi IP).

Penso che, malgrado gli esiti dell’ultima pronuncia sul caso Peppermint, siano modifiche auspicabili anche se, contrariamente a quanto detto nel disegno di legge, l’acquisizione di indirizzi IP in una rete P2P non è, giuridicamente, intercettazione.

Il terzo documento (ddl C-2774) presentato dall’On. Mascia e altri prevede una modifica meno articolata, comunque “rivoluzionaria” (ma, in fondo, “reazionaria”, come vedremo). In parte, riprende quanto voluto dal Senatore Bulgarelli.

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