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In difesa di Lastknight, Matteo Flora

Impegnato a scrivere un commento ad una sentenza in tema di software. Mi manca un po’ l’ispirazione finale, allora vado altrove.
La questione Mediaset vs. YouTube mi gira ancora in testa, da quando è stata resa nota. Dopo le dichiarazioni “politiche” pensavo che la cosa si fosse un po’ sgonfiata e invece…
Matteo Flora è stato bersagliato di insulti; sul suo blog e, probabilmente, anche altrove.
Poi c’è uno, confusamente ripreso da Beppe Grillo, che con il piglio-cipiglio (non originale) del giornalista d’indagine invita tutti a visitare il blog di Matteo e a dirgli “bravo” (sic). Questo il ragionamento. I mainstream (nel caso concreto il Corriere, citando anche il TG5) prendono i video altrui su YouTube, ci mettono la pubblicità e, così, fanno i soldini a scrocco. Poi, Mediaset fa causa a YouTube, bella faccia tosta. Certo, si può dire, anzi si deve dire. Io per primo penso che troppe volte i mainstream siano un po’ “allegri” in punto diritto d’autore (anche se la citazione di una frase di Mentana è un esempio giuridicamente sballato, dunque il discorso delle libertà vacilla non poco). Ma questo non vale necessariamente ad assolvere YouTube (che, certamente, si difenderà in modo ottimale). Soprattutto, malgrado il convinto “a proposito” del commentatore, non c’è alcuna pertinenza col ruolo di Matteo. E sarò un po’ snob, ma quelli che dicono “fails” (file al plurale, giusto per capirci anche senza audio) mi fanno impazzire…
Torniamo a me. Già nei giorni scorsi mi ero convinto che sulla vicenda dovevo scrivere qualcosa di più (avevo buttato giù soltanto una cosa brevissima) ed avevo pensato ad una sorta di Q&A che cercasse di spiegare perché Mediaset ha fatto causa, i criteri di calcolo della richiesta di risarcimento, come finirà, ecc. Ma, alla fine, mi sono reso conto che, della vicenda, sappiamo veramente poco e che, pertanto, dovremmo stare un po’ zitti, invece di blaterare. In queste condizioni occorre avere anche il coraggio e l’intelligenza di tacere. Io ci sto provando.
Purtroppo, gli ultimi fatti citati mi hanno fatto recedere dai miei primi intenti e ho deciso di salvare qualcosa di quello che volevo pubblicare. Riporto una parte delle mie Q&A, su un argomento di cui posso parlare. Ne ho competenza e diritto. Nulla in contrario, vero?

D: E Matteo Flora si è venduto?
R: Matteo Flora è un libero professionista, fa il consulente informatico e si occupa prevalentemente di computer forensics. E’, pertanto, un tecnico che assiste una parte in giudizio (pubblica o privata) ad esempio, come nel caso concreto, reperendo prove con metodo scientifico. Nel caso concreto, è stato incaricato, dai legali di Mediaset, di ricercare prove (si, ok, “evidence” faceva più figo) su YouTube. Per soldi (oddio, che schifo…).
Piaccia o no, come dice lui contribuisce all’esercizio del diritto di difesa ex art. 24 Cost. Che non spetta soltanto agli innocenti (o a quelli che noi crediamo tali), dovendolo negare ai colpevoli (a quelli che noi crediamo tali); che non spetta soltanto ai giusti (a quelli che noi crediamo tali), senza che riguardi i cattivi (quelli che noi riteniamo tali); che non è un diritto soltanto per coloro che stanno dalla nostra parte e non ai nostri avversari politici.
Il movimento “anti-berlusconi” pare se la prenda anche con gli estranei (ed è questa la cosa sbagliata), con uno che fa il suo mestiere e non scrive atti giudiziari (ed anche chi scrive atti giudiziari fa il suo mestiere, malgrado abbia un cognome “scomodo”).
Matteo non si occupa di diritto (nel senso stretto) e non trae certe conclusioni. Insomma, non dice e non può dire che YouTube sia fuorilegge, che un certo numero di filmati su YouTube equivalga a tot mancate visioni per Mediaset, tanto meno che l'”affare” abbia comportato un danno pari a 500 milioni di euro. Quello è lavoro da avvocati, eventualmente assistiti da altri consulenti, non informatici. Tutti professionisti, comunque. Che fanno il loro lavoro contribuendo all’esercizio del diritto di difesa sancito da quella Costituzione che troppo spesso viene invocata a sproposito, ma che, putroppo, rimane sovente sconosciuta quando vale anche per chi non ci è simpatico. Poveretta…
L’attacco a Matteo (del quale non sono difensore d’ufficio) è soltanto frutto di qualunquismo, pregiudizio (anche politico), ignoranza e invidia.

P.S.: Succede una cosa simpatica. Il video riportato da Grillo parla di un filmano preso dal Corriere su YouTube. Senza diritto (forse). Prima della “notizia”, però, il Corriere mette la pubblicità e ci lucra. E’ una pubblicità di un pesto industriale. Dietro quel monte c’è casa mia e la telecamera era fissata molto vicino alla casa di Grillo. Ma pensa te…

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