Nel nome del dominio

La mia, in termini generali, l’ho già detta a Giornalettismo, ma l’argomento merita qualche approfondimento.

L’anomalia (non trascurabile) del provvedimento di sequestro per “oscuramento” dei siti facenti riferimento ai prodotti e al marchio Moncler è che, come si può leggere nel provvedimento stesso, questa volta non si è intervenuto soltanto per impedire un traffico di falsi, ma per inibire l’uso di nomi di dominio che in diversi modi richiamano, appunto, il marchio Moncler.

Allora, non ci troviamo di fronte ad una semplice lotta al falso, ma si è andato ben oltre, sino a toccare il ben diverso ambito della tutela del marchio e dei segni distintivi come i nomi di dominio.

E, però, il decreto di sequestro, anche nella contestazione di specifici reati, fa pur sempre riferimento a condotte riguardanti i falsi.

Domanda molto semplice: ma gli inquirenti hanno realmente accertato che ogni singolo dominio tra i 493 indicati faceva commercio di prodotti contraffatti?

Io lo reputo altamente improbabile, perché ritengo sostanzialmente impossibile che si sia proceduto anche ad un solo acquisto “campione” per ogni sito.

Sicché, rimane il sospetto che per buona parte dei siti si sia ordinato il “sequestro” soltanto per la presenza, nel relativo dominio, della parola Moncler, senza, peraltro, alcuna specifica contestazione sull’abuso del marchio-dominio svincolato dal commercio dei falsi.

Il che, ovviamente, appare realmente censurabile e aberrante.

  1. Nel nome del dominio | Notizie giuridiche dalla Rete:

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  2. Sequestro Moncler: i veri problemi » :.:.: (il blog di) Daniele Minotti:

    […] notizia si è propagata velocemente su Internet, già da tempo, ma vale la pena di riepilogarla velocemente. Il GIP del Tribunale di Padova, su […]