Diritti non disponibili

Oggi mi sono imbattuto in un disegno di legge che, malgrado sia convinto farà molta presa sui soliti benpensanti, a mio parere è parecchio… bizzarro… eh… non dico altro.

Si tratta del ddl S.2442 inequivocabilmente intitolato “Disposizioni in materia di divieto, a carico degli autori di delitti efferati, di trarre beneficio economico da opere ispirate ai propri crimini e di utilizzo del proprio nome o delle proprie immagini a fini pubblicitari”.

Insomma, per quello che sembra più deflagrante, il Senatore Gilberto Pichetto Fratin vorrebbe vietare (con relativa sanzione penale non banale) “di utilizzare economicamente, o comunque di trarre profitto o beneficio economico, da opere dell’ingegno appartenenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, al teatro o alla cinematografia che siano riconducibili, anche solo in modo allusivo, alla commissione del reato per il quale il soggetto medesimo è imputato o condannato, qualora il suddetto reato abbia suscitato particolare allarme sociale, o sia stato caratterizzato da elementi di efferatezza, o abbia procurato profonda commozione nell’opinione pubblica“.

Tra tutti questi concetti indeterminati, a chi è rivolto il divieto? Uno, al limite, pensa al condannato in via definitiva. Macché… il nostro Senatore si riferisce anche al solo imputato. In più “ai parenti, ai congiunti e agli affini del condannato o dell’imputato fino al sesto grado“. Evviva!

Per non parlare, poi, della collisione frontale con l’art. 21 Cost. (perche’ non si contemplano soltanto benefici economici, ma anche il ben piu’ ampio profitto).

Da leggere, anche dove fa riferimento alla “discrezione dell’autorità giudiziaria” (LOL!), e… non diffondere…

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