Sed Lex > Cassinelli: così si salvano i blog dalla censura

Premessa
Sempre alla tavola rotonda organizzata da AIGI, ho avuto il piacere di ascoltare le parole di Enzo Pulitanò, grande (senza piaggeria, basta informarsi in giro) collega che, quanto ad informazione, ne ha viste di cotte e di crude. Mica un ragazzino di belle speranze qualunque.
Diceva, in quell’occasione, che, in fondo, per fare informazione sulle riforme più controverse, basterebbe convocare, sui media, il politico proponente e fargli una bella serie di domande colte (nel senso del conoscere la materia, senza criticare a vanvera), precise e mirate.
Casualmente, qualcosa del genere (anche se da sgrossare) si sta facendo. Ho recepito subito il messaggio-insegnamento, che condivido pienamente, e, alla prima occasione, ho provato ad applicarlo al concreto.
Per Punto Informatico, ho intervistato, decisamente improvvisato in questo ruolo, l’on. Roberto Cassinelli circa la sua proposta di legge cd. “salvablog”.
Certo, con il parlamentare ho una rapporto privilegiato (è consigliere del mio ordine professionale ed abbiamo un carissimo amico in comune – con questo non millanto alcun credito), però il solco è quello. Ed è ben tracciato. Sarebbe bello si facesse con tutti i politici, di ogni schieramento, senza passare per blog quasi esclusivamente autocelebrativi e demagogici, interviste “programmate” e altri mezzucci “à la page” della politica nostrana.
Ecco il risultato pubblicato oggi su Punto Informatico. Io penso si stia facendo una cosa buona e potrebbe essere soltanto l’inizio. A voi il giudizio.

(da Punto Informatico n. 3115 del 24 novembre 2008)

Roma – Dopo la presentazione della Proposta di Legge Cassinelli cd. “salvablog”, la Rete, appena ripresasi per il dietrofront dell’on. Levi, ha rinserrato i ranghi. Già all’indomani della presentazione della proposta, Punto Informatico ha pubblicato un articolo dove, pur riconoscendo il radicale cambio di rotta di questo testo rispetto a quelli che l’hanno preceduto, si evidenziavano alcune perplessità dei primi osservatori. Ed anche su Facebook si sta discutendo attivamente della cosa, peraltro con il personale intervento del parlamentare.
Tra il partito dell’abrogazione di ogni legge sulla stampa (movimento non certo dell’ultimo minuto) e quello dell’iper-normazione, l’on. Cassinelli pare aver scelto una via mediana. Accettando di rilasciare un’intervista a Punto Informatico, replica alle principali osservazioni formulate in Rete e spiega il suo pensiero.

Daniele Minotti: Onorevole Cassinelli, è ormai chiaro che il Popolo della Rete non ama certe regole nella misura in cui intende Internet come mezzo capace di garantire la più libera espressione del pensiero, anche con riferimento alla Costituzione. In questi ultimi giorni, dopo la notizia della proposta dell’On. Levi, la Rete si è mobilitata denunciando il pericolo non soltanto di oneri e burocratizzazione dell’informazione telematica, ma anche e soprattutto di forme di controllo preventivo nonché di una vera e propria censura. Riassunto lo scenario attuale, come si pone la Sua proposta?
Roberto Cassinelli: La mia proposta vuole essere sostanzialmente antitetica rispetto a quella dell’Onorevole Levi. Come ho scritto a chiare lettere nella relazione che accompagna il testo, l’obiettivo è quello di liberare i blog, le comunità virtuali ed i siti gestiti in modo amatoriale da ogni obbligo di registrazione. Va detto, infatti, che la normativa vigente, che comincia ad essere applicata (si veda a questo proposito la sentenza 194/08 del tribunale penale di Modica che ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina), pone criteri assolutamente inopportuni che rischiano di far considerare tutti i blog come prodotti editoriali per i quali è necessaria la registrazione.

DM: La Rete, in modo politicamente trasversale, sembra apprezzare la Sua azione, anche con riferimento alla Sua fattiva partecipazione ad esempio in un apposito gruppo di Facebook. Rimangono, però, alcune perplessità in ordine a quelli che paiono eccessivi e complessi distinguo tra i quali non è facile orientarsi. Mi riferisco alle modifiche all’art. 3 della l. 62/2001. Come intende replicare a queste osservazioni?
RC: Tengo a chiarire che la proposta di legge introduce, insieme ad un articolo che regolamenta determinate e limitate fattispecie, un altro che, al contrario, liberalizza un numero molto più ampio di siti.
Un’altra precisazione che voglio fare e che ritengo molto importante riguarda i blog che traggono profitto da inserzioni pubblicitarie. C’è chi ha scritto che la mia proposta intende imporre, per questa categoria, l’obbligo di registrazione. Non è affatto così: i blog, come è esplicitamente scritto nel disegno di legge, sono esclusi “in ogni caso” dall’obbligo di registrazione. Il fattore “introiti da pubblicità” incide solo per una limitata categoria di siti, gestiti comunque in modo professionale. Capisco, però, che così com’è scritta questa parte si presti ad interpretazioni, e per questo mi impegno a rivederla per evitare che emergano dubbi.
Il testo che ho depositato alla Camera, comunque, è ancora in fase di prima lettura, ed è solamente la base da cui partire per creare un progetto organico e completo. Ho da subito espresso (sul mio sito, sul mio blog e su Facebook) la volontà di svolgere questo lavoro insieme al mondo dei blogger. Sono molto soddisfatto che la risposta sia stata positiva: sono arrivati utilissimi suggerimenti ed anche osservazioni legittimamente critiche (e talvolta corrette) sulla prima versione del testo. Per esempio, una utente mi ha suggerito di trattare il tema dei “social news”, che non sono citati nella prima bozza. Un altro, invece, propone di utilizzare lo strumento “Wiki” per una redazione “comune” del testo definitivo. Sono tutte osservazioni giuste a cui voglio dare seguito. Anche le osservazioni di alcuni blogger al di fuori di Facebook sono interessanti e condivisibili, così come l’articolo di Punto Informatico, che fa alcune giuste critiche al mio testo. Credo che questo sia lo spirito giusto per affrontare un tema come quello della libertà dei blog: ponendo al centro dell’attenzione coloro che ne sono i protagonisti.

DM: Molti ritengono che, come accade in altri Paesi di solida tradizione democratica, l’informazione non debba patire norme troppo stringenti come quelle che impongono la registrazione della testata e la nomina di un direttore responsabile. Da più parti, non soltanto negli ambienti telematici, si invoca l’abrogazione della l. 47/48. Ricordato che le regole della responsabilità civile e penale esistono già e comunque, qual è il Suo pensiero in merito a richieste tanto radicali?
RC: La legge 47 del 1948 è un testo vecchio, che va certamente modificato ed aggiornato. La stessa mia proposta di legge ne limita gli effetti. Credo, però, che un’abrogazione totale sia fuori luogo, ed aprire un dibattito su questo tema allungherebbe enormemente i tempi per una seria liberalizzazione dei blog.

DM: Il Suo progetto di legge si pone in evidente antitesi con quello proposto dall’on. Levi. Come sappiamo, quest’ultimo ha dichiarato, con un comunicato apparso sul sito del PD, di voler cancellare il capitolo Internet. Dunque, non ha anticipato il ritiro del suo elaborato, ma ha soltanto annunciato correzioni. È prevedibile che i due progetti di legge diventino formalmente concorrenti e riuniti in un solo progetto per la discussione parlamentare? E, nel caso affermativo, come intende sostenere la Sua proposta nei confronti di altre di segno opposto?
RC: Non so se i nostri progetti saranno concorrenti (per saperlo bisognerà capire come l’onorevole Levi modificherà la sua proposta), certamente non saranno riuniti. Vi sarà su entrambi un’ampia discussione, dapprima nelle competenti Commissioni, quindi in Aula. Ogni collega Parlamentare potrà proporre emendamenti. Poi si passerà alla votazione e la Camera si esprimerà.

a cura di Daniele Minotti
Il blog di Daniele Minotti

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33 Responses to Sed Lex > Cassinelli: così si salvano i blog dalla censura

  1. Tooby says:

    Dunque era questa la sorpresa che ci preparavi: la trovo molto piacevole. 🙂

    Stavo giusto rispondendo alla richiesta di feedback che il dottor Cassinelli mi ha fatto pervenire via mail e mi costringi a riscrivere tutto alla luce di questa intervista. Meglio così, eviterò di scrivere doppioni. Ti ringrazio.

    Ti segnalo un refuso nell’articolo: «abbiamo un carissimo amico in comunque» → credo intendessi “in comune”.

  2. Gianni says:

    Resto della mia idea sull’argomento: questa legge porterà solo alla migrazione di massa su server esteri, con l’aggiunta di finanziare il già troppo esteso lavoro sommerso, visto che un team professionale può percepire compensi al nero e curare un blog senza che vi sia modo per scoprirlo, specie con le tecnologie odierne.

    Alla faccia delle aziende italiane che andranno in perdita, già trovandosi in crisi per via dell’affossamento economico.

    Siamo tanto bravi a piazzare basi militari americane, mangiare cibo americano, guardare film americani però quando si arriva a doverli imitare per innovare il giornalismo diventiamo subito meno bravi 😉

  3. darmix says:

    condivido in toto e la ritengo una scelta pragmatica che potrebbe essere anche veramente produttiva. Stefano parla di lobbyng “trasparente” 🙂 Per quanto riguarda il contenuto di miei commenti precedenti non volevo essere la maestrina con la penna rossa (o sottolineare solo cose formali a volte la forma può coincidere con la sostanza)) e non dubitavo delle tue conoscenze ovviamente, ero solo ironica su altri, spero di aver chiarito con il commento da Stefano. ciao

  4. Daniele says:

    @Tooby
    Grazie per la correzione della bozza 😉

    @Gianni
    Premettendo che penso che lo spostamento del server all’estero e’ una soluzione non sempre vincente come si ritiene (i *trucchi* per rimanere anonimi sono un’latra cosa, ovviamente), circa le possibili ricadute sulle’ economia non avevo meditato. E, in effetti, si tratta di un profilo molto interessante che faro’ presente all’on. Cassinelli.

  5. Daniele says:

    @darmix
    Scusami, sono giorni un po’ pieni, mi rinfreschi la memoria sulle questioni da te discusse?

  6. Gianni says:

    @Daniele:
    avevo provato a comunicare, ma il commento pare non sia “arrivato” (oppure è finito in qualche filtro nonostante l’ottimo italiano 🙂 )
    Peccato.

  7. Daniele says:

    Dove? Dove hai provato a comunciare?

  8. frap1964 says:

    Secondo il sito della Camera la proposta è stata presentata il 19 novembre 2008 ed annunziata il 20 novembre 2008.
    Francamente suona abbastanza strumentale rispetto alla ricerca di un facile consenso tra i blogger.
    In ogni caso è l’ennesima pezza appiccicata là dove sarebbe invece necessaria la creazione di un testo unico (serio) in materia di editoria.

    Quando poi leggo che lo stesso deputato ha presentato il 15 luglio 2008 una proposta di legge per l’esclusione degli avvocati dagli obblighi in materia di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, beh… spiacente ma io tutti ‘sti applausi non mi sento davvero di farglieli.
    Imho, naturalmente.

  9. Gianni says:

    Via blog, come sempre.
    E’ il mezzo più civile per esprimere le proprie opinioni politiche e sociali.

    finchè dura 🙂

  10. bretella says:

    Sul “chiasso” che è stato fatto in ordine al PDL Levi ho già detto ampiamente come la penso in più di un luogo e quindi non mi ripeto. Quanto all’iniziativa Cassinelli ho volutamente disertato il forum su facebook perchè trovo tutto troppo “emotivo”, insomma mi sembra che qui si ragioni più con l’inguine che con il raziocinio. Non capisco neanche perchè il popolo della rete debba semore dipendere da qualche “collettore” per poter far sentire la propria voce. Ho letto da qualche parte un blogger che proponeva un “suo” testo di legge di riforma (abrogazione) delle disposizioni sull’editoria. Non lo condivido, ma è pur sempre qualcosa di autonomo e di sostanzialmente vero. Quindi, mi chiedo: perchè con i tanti giuristi della rete, blogger o meno, non si tenta di dar vita ad una proposta autonoma e condivisa per il maggior numero possibile di blogger? Esistono le leggi di iniziativa popolare. Non ci arriviamo con i numeri? Va bene, allora facciamo il documento. Ma quello di cui parlo non è il “solito” documenta che osserva il lavoro presentato da altri, ma una vera e propria proposta organica di legge. Vediamo chi è disposto a racoglierla: magari qualcuno che in Parlamento ci crede davvero lo troviamo. Sinceramente, di politici/opinionisiti che “cavalcano l’onda” ne ho visti troppi…Pensiero personale, eh..

  11. darmix says:

    commento

    commento 1

    commento da Stefano

    Non che mi importi molto. Se ti fosse interessato forse avresti potuto farlo anche tu, ma dato che non avevo risposto in precedenza alla tua replica mi era sembrato educato farlo adesso che ci sei ritornato su
    🙂

  12. Daniele says:

    @ frap
    Si’, puo’ essere demagogia, ma quanta ne fanno gli altri?
    Sulla vera e completa riforma dell’editoria penso che abbia ragione Cassinelli. Quante legislature pensi che duri? Guarda che ci sono in gioco dei bei soldini… che se salta tutta la legge saltano anche i soldini… Mica una riformina pro o contra i blogger…
    Circa l’esenzione dal riciclaggio per gli avvocati, sebbene abbia un fondamento, neppure a me e’ piaciuta e glielo diro’. E’ una cosa che mi imbarazza parecchio perche’ non vedo quel forte motivo per pararci rispetto a qualsiasi altra categoria.
    Pero’, scusa, ragiono cosi’ (pur influenzato dalla conoscenza personale che continuo a dichiarare anche per le vostre valutazioni): qualcosa si fa, una certa disponibilita’ c’e’, anche di mezzi *moderni*. Ma chi si e’ veramente posto in termini cosi’ costruttivi e disponibili? Dimmi pure, ne parliamo, ci ragioniamo, ma, secondo me (e sempre coi limiti della mia conoscenza) qualcosa di buono si puo’ fare.

  13. Daniele says:

    @darmix
    Scusami, ora ricordo.
    Devo perdonarmi, sono un po’ bollito in questi giorni.
    Hai fatto bene a ricordarmi la cosa. A mio discolpa, ti ribadisco che uso il l’acronimo *ddl* in modo improprio per capirmi meglio coi lettori. Avrai notato che, per un certo orgoglio professionale, ho cambiato terminologia.
    Ma hai fatto bene a richiamarmi all’ordine.

  14. Daniele says:

    @Bretella
    Personalmente, all’inguine io ho soltanto l’inguine. Semmai, il resto e’ spostato piu’ al centro, per maschietti e femminucce 😉
    Io, in questa cosa, ci credo pur riconoscendo certe macchie come quelle evidenziate da frap.
    In margine, devo dire – e qui non e’ intaccata la stima personale e non soltanto quella – che il gran can-can l’ha sollevato Luca Spinelli il quale, non soltanto per Levi ma anche per questo ddl-pdl, ha ipotizzato la registrabilita’ di siti che riportano pubblicita’. Che, secondo me, e’ una tesi piuttosto debole.
    Non penso sia cosi’, ma, come detto altrove, se questo dubbio si e’ radicato (e non capisco perche’ visto che – con tutto il rispetto – si tratta di una singla voce), allora sradichiamolo con una provocazione costruttiva: Luca Spinelli, che proponi per spazzare via quello che tu ritieni un problema?

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  16. frap1964 says:

    Minotti, dai siamo seri.
    Prima presenta la proposta, poi in una settimana pretende i suggerimenti per modificarla al volo.
    La norma esiste dal 2001.
    Quanti problemi ha generato ai blog a tutt’oggi (Ruta escluso)?
    Ma ti sembra un modo ragionevole di agire?

  17. Gianni says:

    Piuttosto diciamo le cose come stanno: le leggi per agire contro i blogger che usano il proprio spazio per danneggiare gli altri già ci sono.

    Con questa iniziativa si vuole mettere la museruola a chi parla liberamente, perché la politica si è accorta che tra qualche anno le elezioni saranno anche online, come in paesi più evoluti del nostro.

    Vi pare che un Berlusconi o un Veltroni si possano permettere di far sapere, in campagna elettorale, tutte le magagne e le mezze verità che vanno dicendo per farsi eleggere? 😉

  18. Daniele says:

    @frap
    Beh, io posso dirti che lui e’ deputato dall’ultimo giro. Non so cosa gli sia *saltato in mente*. Prima non ne avevamo mai parlato e non mi sarei aspettato una sua iniziativa in questo settore.

  19. Daniele says:

    @ri-frap
    Soprattutto, tu che faresti? Lasceresti tutto cosi’?

  20. frap1964 says:

    Dal blog di Cassinelli:

    “…allora secondo la vigente normativa tutti i blog sarebbero tenuti a registrarsi presso il Tribunale. Mi direte: ‘peccato che non se ne sia accorto nessuno’. Sbagliato! Qualcuno, ahinoi, se ne sta accorgendo: si veda la sentenza n. 194/08 con cui il Tribunale di Modica condanna un blogger per il reato di stampa clandestina. Ecco a cosa serve la mia proposta di legge: proprio ad evitare questo.”

    Con il recepimento della direttiva 2000/31/CE, avvenuto con decreto n.70 del 9 aprile 2003, è stato chiarito senza alcun dubbio che:

    http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/03070dl.htm

    Art. 7 comma 3 – La registrazione della testata editoriale telematica e’ obbligatoria esclusivamente per le attivita’ per le quali i prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62.

    Per dotarsi di quelle “provvidenze” , come tu ben sai, sussistono ben precisi pre-requisiti.

    Tutto il resto è aria fritta strumentale.
    Imho.

  21. Daniele says:

    Frap, fai benissimo a citare il d.lgs. 70/2003. Quando usci’, ai tempi, ne parlammo in tanti (cercati anche gli scritti a mia firma, anche se non ti piace leggermi…). Ed io, sinceramente, me ne stavo tranquillo. Guarda caso, pero’, il giudice di Modica cita proprio il decreto e fa i suoi bei ragionamenti. Leggila bene. Io non la condivido, probabilmente neppure tu, pero’ il problema (o problemino) c’e’. Lo dice anche Di Pietro che il giudice e’ stato costretto ad applicare la legge… (giusto per parlare di aria fritta politica)
    http://www.antoniodipietro.com/2008/09/una_piccola_censura_ma_importa.html

  22. frap1964 says:

    L’ho letta la sentenza a suo tempo.

    Minotti, ma siamo seri dai…
    Cito dalla sentenza del tribunale di Modica:

    “Deve di conseguenza concludersi che il decreto legislativo in parola regola esclusivamente l’attività di prestazione di servizi di informazione, resa dalle società di informazione e da coloro che prestano servizi per le suddette società, mentre non si applica al singolo che svolge l’attività d’informazione non in forma commerciale e, quindi, non in qualità di prestatore di servizi nel senso dianzi delineato.”

    Cioè in presenza dell’art. 4 della direttiva CE che è cristallino:

    “Gli Stati membri garantiscono che l’accesso all’attività di un prestatore di un servizio della società dell’informazione ed il suo esercizio non siano soggetti ad autorizzazione preventiva o ad altri requisiti di effetto equivalente.”

    a Modica interpretano “società dell’informazione” come le società (cioè gli enti giuridici) che lavorano nel campo dell’informazione.
    Poi argomentano che la direttiva riguarda sostanzialmente il commercio elettronico, mentre in realtà (vedi Art. 1)

    “…mira a contribuire al buon funzionamento del mercato garantendo la libera circolazione dei servizi della società dell’informazione tra Stati membri.”

    Ma dai, ma fa ridere i polli: questa roba verrà sicuramente cassata nel prossimo grado di giudizio.
    In alternativa finisce alla corte di giustizia europea dove sicuramente la cassano senza appello.

  23. Daniele says:

    Frap, sono serissimo e ho gia’ detto e stradetto che non condivido quella sentenza, anche per altri motivi diversi ed ulteriori rispetto ai tuoi.
    Io non so se Cassinelli sia al corrente di questi profili (glielo chiedero’), ma, ribadisco, che quella sentenza non e’ campata in aria (nella misura in cui specula su un certo testo complicato e non chiaro), dunque non darei per scontata la sua riforma in appello.
    Mi sembra che ci sia l’occasione di toglierci questi dubbi per sempre. Certo, magari con una proposta di legge piu’ semplice, ma, secondo me, l’occasione va colta.

  24. frap1964 says:

    Resto dell’opinione che l’unica cosa che serve davvero sia un testo unico dell’editoria steso in modo p-r-o-f-e-s-s-i-o-n-a-l-e. Oltre che, come ben ha detto un deputato durante l’audizione di Bonaiuti alla Commissione Cultura della Camera, una exit strategy in tempi ragionevoli di tutto il settore dell’editoria dal meccanismo perverso dei contributi statali diretti.

  25. Daniele says:

    Mi sembra che, gia’ da tempo, su questi due punti siamo d’accordo, ma dubito che dal finanziamento si possa uscire in tempi ragionevoli. E’ sempre stata un’ossessione della Sinistra e sono convinto che diranno che tagliando i finanziamenti si tacitera’ la liberta’ di espressione (che, in parte, e’ anche vero).
    Non pensi?

  26. Pingback: Ancora su ddl cassinelli, ddl levi ed editoria > Scripta volant

  27. frap1964 says:

    @Daniele
    Poteva essere vero nell’era ante-Internet, quando la “libertà di espressione” trovava l’ineluttabile scoglio dei costi di carta, di stampa, di distribuzione, ecc. ecc.
    Mi piacerebbe vedere qualche bilancio di società editrice per valutare l’incidenza effettiva di questi costi sul prodotto finale.
    Il deputato di cui dicevo sopra, che poi è Enzo Raisi, imprenditore emiliano, in audizione diceva:
    “Guardando il bilancio del Secolo d’Italia, giornale di cui curo l’amministrazione, vedo che più di un terzo dei costi deriva da un sistema di distribuzione che, tra l’altro, in alcune realtà, è addirittura monopolistico. In alcune città infatti c’è un solo distributore, e quindi manca un sistema concorrenziale. Questo non è possibile per un prodotto di largo consumo. Citatemi l’esempio di un altro prodotto di largo consumo con questo sistema distributivo. Non esiste. “

    Con la tecnologia e soprattutto con Internet lo scenario cambia e cambia oggettivamente.
    Io sono convinto che in pochi anni l’editoria andrà via via dematerializzando il supporto (come la musica).
    Dovrà farlo necessariamente.

    Arriveranno dei reader simil-tablet-netbook ultraleggeri e te li daranno in comodato a fronte di un abbonamento biennale-triennale, un po’ come avviene oggi coi telefonini.
    La strada è quella, che senso ha continuare a produrre e riciclare e distribuire e raccogliere e ri-produrre e ri-riciclare migliaia e migliaia di tonnellate di carta?

    Lo scoglio maggiore oggi è la durata delle batterie e la risoluzione video (però compensata dalla possibilità di zoom, ecc. ecc.).
    Ma la tecnologia evolve ormai con una velocità…

  28. giulia says:

    Gentile frap1964, sono d’accordo con te, tuttavia quanti anni passeranno ancora prima che la tecnologia ci conduca verso quei reader simil-tablet-netbook, cui accennavi? Nel frattempo si può benissimo cadere in una dittatura (cito Di Pietro).
    Come dice Gianni, qui sopra, le leggi ci sono: andare a presentare qualche legge fatta tanto per acquisire consenso o rattoppata per togliersi da malefatte, beh…non ne vale la pena.

  29. frap1964 says:

    @giulia
    Non tantissimi credo…

    http://www.netbooknews.it/gigabyte-m912v-luci-e-ombre-dalle-recensioni-sul-web/

    Immagina un oggetto simile, oppure anche molto più semplice, senza tastiera e touchpad (se li voglio uso la porta USB e/o la keyboard on-screen). Nella fascia di prezzo dei netbook. Perchè non li producano per me è un bel mistero: son convinto che ne venderebbero a iosa.

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  31. mfp says:

    Io non ci vedo soltanto il problema censorio, ma anche quello economico (e non intendo la “seria liberalizzazione”; stronzata… basta con questa storia delle “liberalizzazioni serie”, e basta con la storia del liberismo economico; tra l’altro i blog sono gia’ liberi… google permettendo). Oltretutto mi sembra anti-micropublishing… ovvero anti-distribuzione (anti-apertura?) del mercato dell’editoria. Voglio vedere quanti di quelli che prendono 100 euro/anno (o meno) con adsense, sono felici di sbrigare nuova burocratia prima non esistente, e magari pagare pure qualche tassucola… ?
    Ma soprattutto: perche’ farlo se poi, come Gianni ha detto, basta mettere il blog su un hosting estero ($$$ che vengono spesi e guadagnati altrove; fra l’altro spesso e volentieri i prezzi convengono e/o si hanno garanzie tecniche e legali maggiori) … per eludere irrimediabilmente gli oneri fiscali? Visto e considerato anche che non si puo’ muovere un giudice e un tribunale per rientrare di 6 euro annue di tasse… ne’ addebitare decine di migliaia di euro all’evasore per pagare un procedimento giudiziario… mi sembra un suicidio… (sgarro di 6 euro e pago 10k? Ti do’ fuoco ai capelli finche’ campi, altro che 10k…tze’… sed lex un cazzo…)

    Non dico che non bisogna pagarci le tasse, pero’ dico che e’ impossibile farne l’enforcement quindi inutile farne una legge ad-hoc. Da qualche parte sara’ gia’ scritto che tutti hanno da paga’ le tasse… allora il fisco dimostri che un bloggher con adsense fa soldi tali che ne vale la pena mandargli una cartella esattoriale… e gli faccia pagare le tasse rispettando la normativa (compresa quella internazionale; come si chiama? double-tax?)…

    La mariuana in USA fu vietata con un decreto di tassazione… non di proibizione… tanto per dire che non si tratta di contestare la proposta di legge quanto di contestare l’applicazione di un framework normativo anche se limitato soltanto a chi ha adsense sul blog ma non a tutti quelli che distribuiscono ebook… a che pro!? I grandi gruppi smaltiscono burocrazia, ma un bloggher amatoriale con 100 euro/anno di adsense… oltretutto non e’ riscontrabile, non e’ tassabile, non e’ applicabile e se mal applicata si presta pericolosamente ad ulteriori questioni deleterie. E non mi tirare fuori la never ending story di voi giuristi… “Il Buco Normativooooooo, Il Far Weeeeeest…” … me l’hanno fatte a peperini gia’ quelli del buco nell’ozono. I Buchi non mi fanno paura.
    Forse c’e’ uno spiraglio andando a depenalizzare i reati d’opinione… perche’ allora si puo’ dire: chiunque scrive in rete e’ tenuto a dire la verita’ e prestare spazio equivalente per l’errata corrige… pena l’ammenda pecuniaria… ha senso; e’ pure compatibile con i 10 comandamenti. Anche perche’ invece di andare ad aggiungere, sottrai… la legge risultante e’ “piu’ astratta e generale” (dire la verita’, scritto o verbale, e’ una virtu’)… i procedimenti piu’ spediti di quelli penali… le pene sempre attuabili in realtime… i procedimenti effimeri troncabili (“quel brigante mi ha detto buffone, prendete le generalita’ dello zotico”)…

    Ne potremmo parlare per ore ma credo che non saresti comunque d’accordo con questa cosa… forse lo vedi un passaggio troppo delicato, un passo troppo lungo… ma secondo me e’ imprescindibile. I reati d’opinione vanno depenalizzati… e allora si puo’ forse sperare in una accettazione di una normativa semplice e uniforme… esattamente la semplicita’ di cui ha bisogno il regolatore, gli addetti ai lavori, e io… ah, e ci aggiungerei anche la questione dell’onere della prova: io comprendo che esiste tutta una tradizione letteraria sull’onore… pero’ son chiacchiere… ti dico ladro t’ho detto ladro… saro’ un cafone ma proprio per questo ti ci puoi fare una risata sopra e tirare dritto come se non ci fossi… questo e’ in vita come in rete. Indipendentemente da quanto sei esatto nel definire l’attributo “ladro” che ti e’ stato attribuito… se il giudice e’ sano di mente si studia cos’e’ un blog piuttosto che un forum (se ha un consulente tecnico si fa suggerire le possibili soluzioni dal consulente tecnico) e specifica le modalita’ di esecuzione dell’errata corrige; se e’ scemo o tende a fare come Pilato per non rischiare di sbagliare… amen… ma questo e’ vero per qualsiasi cosa.

    Insomma io non vedo proprio la necessita’ di regolamentare le pubblicazioni in rete. Qual’e’? Dove sta? Perche’ penalizza economicamente (tempo e soldi) i piccoli editori e le new entry? E cosa gli offre in cambio?

  32. lorenzodes says:

    Fico, chi sa cosa direbbe il Garante Teutonico della Privacy.

  33. Daniele says:

    Ah, stasera mi fanno impazzire con lo spam… sara’ Sanremo…

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