Pubblico e privato (approfondimento)

Il titolo del post precedente non è coerentissimo con il contenuto. Volevo scrivere qualcosa in più, ma nella fretta di far girare una notizia tanto importante, ho chiuso.
Lascio il titolo e approfondisco qui.
In Italia succede sovente che le associazioni private collaborino con gli inquirenti, a volte sin dai primi passi, vale a dire con la denuncia di fatti penalmente rilevanti. Pensiamo alle associazioni di consumatori, quelle ambientaliste, quelle anti-pedofili. E via dicendo. In alcuni casi si tratta di associazioni meritorie, in altri ci si trova in presenza di sodalizi un po’ discutibili, quanto meno nei fini dichiarati. Normalmente, però, non si tratta di esponenti del mondo imprenditoriale.
Ma l’esperienza mi insegna che nessuna associazione è così “forte” come quelle legate alle major e ai produttori di sofware.
Queste associazioni lavorano in strettissimo contatto con gli inquirenti tanto che loro rappresentanti (le cui qualità professionali sono ignote) sono, molto spesso, nominati ausiliari di Polizia Giudiziaria nel corso di perquisizioni.
Ad esempio, il “fiduciario” BSA vi arriva in casa la mattina alle 6 insieme alla GdF (la stessa BSA “forma” i militi) ed è il vero regista della perquisizione (e taciamo sulle inesistenti cautele di forensics). Nel computer che si porta al seguito ha già un foglio elettronico con un produttore di software scritto su ogni riga. E i produttori di software indicati sono quelli hanno fondato la BSA. Degli altri non si interessa molto.
Il foglio elettronico serve per fare i conti. Per le sanzioni amministrative correlate ad un reato (art. 174-ter l.d.a.), il legislatore ha fissato un criterio proporzionale al prezzo di mercato del software. Dunque, tot software moltiplicato “quel” valore di mercato ed ecco, calcolata acriticamente sulla scorta delle “ipotesi” dell’ausiliario, la multa, talvolta milonaria. Il problema è che il tanto autorevole ausiliario commette (per ignoranza o malafede) un errore non da poco. Supponiamo che sia ritrovata una copia del software Alfa nella versione 3.0, di cinque anni fa, e che, oggi, la versione sia la 8.0. L’ausiliario attribuisce ad Alfa 3.0 il valore della versione attualmente in commercio. Abbiamo qualche aggettivo per questa analisi di mercato che, per giunta, passa come oro colato attraverso tutto il procedimento?
Bene, questo è soltanto un esempio degli esiti dei rapporti tra pubblico e privato, tra Giustizia e imprenditori dell’opera dell’ingegno. Ma, ora, i rapporti si dimostrano ancora più stretti e gli esiti a dir poco imbarazzanti. Ce lo dimostra il fatto descritto nel precedente post. Un’inibizione “atipica” che, in realtà, è una sorta di hijacking con il cartello “chiuso” gentilmente fornito dalla GdF (e da chi, altrimenti?) a chi? Ad un privato, inglese, il cui ruolo processuale ci è ignoto e che, anzi, è probabilmente inesistente. Malgrado ciò, ha avuto l'”onore” di prestare il proprio server per esporre l’editto bergamasco, magari anche collezionando IP originariamente destinati a TPB. Una cosa mai vista. 
Quale spavalderia, quale spregio per forma e sostanza.
Tutto questo deve finire. Le major e i produttori di software si servono della Giustizia per fini privati. E ciò è inaccettabile.

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18 Responses to Pubblico e privato (approfondimento)

  1. Concordo pienamente con quanto scrivi

  2. emmeesse says:

    Standing Ovation.

    Il problema e’: che facciamo?

    Perche’ e’ vero che in rete ho trovato dei cervelli e non dei terroristi porno/sozzo/islamici, ma questa esperienza chi la racconta in TV?

    Paese vecchio. Troppi pensionati.
    Problema energia. Abbiamo poche risorse.
    Problema acqua. Idem
    Problema ricerca. Ricerca? Perche’?

    Problema politico. Ed io che posso fare?

    Problema pubblico. Chissenefrega non e’ mio.
    Problema privato. E no kazzo, questa e’ ROBBA MIA, vientene cun me.

    Sono pessimista o per l’Italia e’ veramente un brutto periodo?

  3. emmeesse says:

    Devo dire che sei buffo.

    “Una cosa mai vista.
    Quale spavalderia, quale spregio per forma e sostanza.
    Tutto questo deve finire. Le major e i produttori di software si servono della Giustizia per fini privati. E ciò è inaccettabile.”

    ovviamente concordo

    ma scritto in tale maniera mi evochi un avvocatino (diritto anglosassone) di fine ottocento disegnato da Tim Burton. Sia detto in maniera bonaria, ok? 🙂

    “spavalderia”…
    Ma come ti e’ venuto in mente questo termine? Vacci piu’ duro Minotti.

    Questa e’ ILLEGALITA’.

    mi assumo ogni responsabilita’ legale di quanto ho scritto.

  4. Luca says:

    in un paese dove aziende private gestiscono gli autovelovelox e le varie fotocamere ai semafori, con i risultati che ben sappiamo, non mi meraviglia che la bsa lavori con la gdf, in ogni caso se una mattina alle 6 si presentano davanti a casa ti chiamo:)

  5. Debris says:

    Avvocato Minotti abbiamo realizzato una nota sulla questione nella nostra Webzine,

    http://animeclick.lycos.it/notizia.php?id=19750

    In uno dei commenti – dopo una segnalazione – ho ripreso parte del suo commento.

    Ritengo personalmente che lei abbia ragione personalmente ho sempre ritenuto lo ho detto nei commenti perchè non ci è consentito esprimere un parere nelle note che volendo risolvere la questione del P2P si sarebbe potuto farlo da anni con sistemi di dowload legale a basso costo…avrebbero ridotto di molto il fenomeno. Purtroppo la situazione stà volgendo al peggio,non sò se è a sua conoscenza come si sia tenuta nel nostro paese una conferenza nella quale si è proposto di importare la Dottrina Sarkozy – definita tale – ed applicarla alla tutela del copyrigt…

    http://animeclick.lycos.it/notizia.php?id=19383

    Ed lo faranno. Creare sistemi alternativi al sistema mastodontico di distribuzione che vi è ora e soprattutto ipercontrollato dalle Major non è possibile…od almeno non si deve far sapere in giro che è possibile. Faccia un giro sulla rete e veda che fine hanno fatto Elio e le storie tese e come vivono e producono la loro musica e la distribuiscono,senza le major.

  6. Daniele says:

    Ecco, chiedo scusa. Non era moderazione voluta. Soltanto che i settaggi di WordPress (e mi dimentico sempre di cambiarli) mandano in moderazione automatica i commenti con due op più link (ritenendoli spam).

  7. Gerardo says:

    Riguardo le cautele di forensics sono d’accordo, ma grazie al cielo non gli va sempre bene. Adesso la notizia non è ancora pubblica, ma presto lo sarà. E ci faremo quattro risate.

  8. Gianni says:

    In Italia ormai tutto è privatizzato, vale a dire che sono i privati a gestire servizi e controlli destinati a una gestione pubblica.
    Questo porta all’agghiacciante situazione in cui ci troviamo: pochi servizi veramente funzionali a fronte di lauti guadagni per pochi e una gestione arbitraria che non tiene conto delle esigenze della popolazione.

    Poi nello specifico, va detto che tra poco le forze di pubblica sicurezza come le conosciamo non esisteranno più, le stanno sostituendo con le ronde private (polizia privata…) e l’esercito.
    Dunque, abituiamoci.

    Infine per Daniele:
    Anni fa, quando su P.I. venne data la notizia secondo la quale le “Major” avrebbero attivamente partecipato alle indagini passo passo, molti si domandarono se fosse lecito e protestarono, alcuni non dissero una parola.

    Quello di oggi è solo il seme piantato anni fa, che ha dato i suoi frutti amari: un privato, membro di una Major che punta al profitto viene in casa tua e ha accesso ai tuoi sistemi informatici.
    Se poi sei innocente… si è fatto i tuoi affari, controllando cosa avevi sul pc.

  9. Vittorio says:

    Ok, come possiamo evitare tutto ciò?
    Parlarne solo non serve.

  10. Daniele says:

    Il meme non fa mai male.
    ALCEI, comunque, ha gia’ segnalato la cosa al Garante. Ma, ad esempio, si potrebbe fare un esposto in Procura.

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