Inibire va di moda

Quinta ci segnala una decisione della Corte di Cassazione francese che ha disposto il “blocco-inibizione” di un sito revisionista.
Insomma, è lecito domandarsi se il fatto abbia un qualche punto di contatto con la nostrana inibizione di TPB.
Difficile dirlo. Non ho una grande dimestichezza con il diritto francese e, d’altro canto, senza poter leggere la decisione è un’impresa impossibile.
Di certo, però, la decisione sembra essere di carattere civile e non penale, mentre è possibile che, per i siti “revisionisti”, esistano leggi ad hoc che consentono l’inibizione. Un po’ come, da noi, per il gambling non convenzionato AAMS e il pedoporno.
In termini generali, temo che quella sia la via per il futuro. Nell’impossibilità di una vera collaborazione internazionale per le questioni internettiane, si chiudono le frontiere. Vecchie tecniche per nuovi problemi.

Posted in Diritti digitali, Reati informatici.

2 Responses to Inibire va di moda

  1. Stefano says:

    Quindi si tratta di un provvedimento inibitorio…di carattere civilistico…

  2. Daniele says:

    Direi di sì, Stefano. Almeno per quello che ne capisco io di diritto francese.

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