Sul denigrarci

Oggi, complice un lieve malanno che ha fatto il giro della famiglia e, alla fine, è arrivato a me, sono stato in casa; invece di andare al mare coi ragazzi.
Prima di avere notizia del caso di The Pirate Bay, avevo letto un titolo (Corriere? Repubblica?) sul nostro italico denigrarci. Non lo trovo più e se qualcuno volesse linkarmelo…
Anyway, dopo il clamore della Baia inibita mi è ritornato in mente, almeno nei principi che penso di aver intuito dalla lettura del solo titolo.
Mi riferisco a questa storia che la “censura” sarebbe stata posta in essere da un governo fascista (il nostro), da Berlusconi novello Mussolini, quasi in persona o per mano di altri (i magistrati di Bergamo). E’ un’idiozia senza pari. come se, prima delle ultime elezioni, si fosse indicato Prodi.
Bene, passi per quelli di The Pirate Bay che hanno un’idea piuttosto confusa (anzi, inesistente), sulla politica, sui fatti e su come funzionano la cose qui da noi. Basterebbe informarsi un po’ meglio, ma il rigore non dovrebbe avere confini. E farebbero anche bene a difendersi diversamente, in modo più composto ed efficace.
La cosa che, invece, è imperdonabile è che questo atteggiamento e queste conclusioni sono state fatte proprie anche da buona parte della Rete nostrana. C’è che noi italiani amiamo sempre denigrarci, accettando insulti e lezioni etiche da chi, come detto sopra, dimostra ignoranza, pressapochismo e probabilmente malafede e che, soprattutto, fa perfettamente capire di avere un certo bruciore alle terga, peraltro cavalcando indistintamente (perché non è sempre così, ma fa facile presa sui più ingenui) il sempreverde cavallo della libertà di espressione del pensiero.
La cosa che mi fa piacere è che il post di TPB è stato commentato, tra tanti deliri, anche con un po’ di orgoglio italiano. Berlusconi o non Berlusconi, non c’entra nulla.
Basta farci insultare e insultarci, non lo meritiamo proprio. Ognuno guardi a casa propria. La Baia è stata attaccata in tutto il mondo. I censori siamo soltanto noi?

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