Ri-cercasi praticante avvocato

Dopo un precedente annuncio senza esiti positivi, mi vedo ricostretto ad approfittare di questo spazio.
Cerco un praticante, ne ho proprio bisogno.
Ecco le condizioni, rigide ove non meglio specificato:
– abilitazione al patrocinio (che posso anche aspettare un po’, prima che il collaboratore la acquisisca; di certo, però, non cerco una persona già avvocato);
– preparazione “normale”; non pretendo un genio, ma neppure voglio uno che ha studiato diritto per farsi chiamare “dottore”;
– e voglia di fare, ovviamente; un giusto mix tra curiosità, intraprendenza, voglia di far crescere me (inteso come studio) e se stesso;
– viste le mie competenze, conoscenze informatiche superiori alla media (astenersi patente europea…);
– residente nel Tigullio (perché sarebbe impiegato in zona e altrove; vedi punto successivo);
– patente e auto proprio; con questo lavoro, si viaggia.
Offro uno studio, pratiche interessanti e retribuzione proporzionale all’impegno.

Posted in Avvocati.

39 Responses to Ri-cercasi praticante avvocato

  1. uhmm, quella retribuzione proporzionale all’impegno è vaga..

    Da quanto a quanto impegno? E come lo misuri? In ore, in capacità, in buona volontaà, in effettivo risultato, in tutto questo?

  2. Daniele says:

    Beh, l’impegno deve essere full-time (salvo preparazione esame). A fare pratica part-time, non si va da nessuna parte.
    Proporzionale? Intendevo dire che non penso a un fisso, non mi sembra una buona preparazione per la futura libera professione.

  3. P. says:

    Non sarebbe ora di piantarla con la schiavitù legalizzata per due anni?
    Non so… uno specializzando medico becca 1800 eurazzi netti, un praticante avvocato quando va bene una “retribuzione proporzionale all’impegno” per un’ attività che gli permetta di dare un esame scrauso.Poi tutto da capo.
    Forse ci vorrebbe un po’ di aurea mediocritas.

    • Gian Piero says:

      Eccovi la mia brutta esperienza, vissuta in prima persona e sulla mia pelle, e la soluzione da me trovata e applicata.
      Laureato in giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza” con 110/110 (media del 104/110 + 6 punti di tesi) e superato l’esame di avvocato a Roma con 230/300, lavoravo presso uno studio legale piuttosto rinomato e importante (titolare deputato) 70 ore settimanali (orario: 8-14 e 15-21 da lunedì a venerdì + 5 ore sabato pomeriggio e altre 5 ore domenica pomeriggio) per 11 mesi e mezzo all’anno (ferie solo 2 settimane ad agosto), in cambio di €. 500,00 al mese per 11 mensilità, peraltro pagati con ritardo il 15/20 del mese successivo, e il mese di luglio mi veniva pagato a settembre inoltrato, cosicché ad agosto non avevo il becco di un quattrino per le vacanze (peraltro, solo 2 settimane) !
      Ma alla fine l’ho fregato alla grande, con un semplice ma efficace stratagemma: dal momento che lo studio legale era specializzato nel recupero crediti per svariate società bancarie e para-bancarie, appena superato l’esame di avvocato ho cominciato a inviare il mio curriculum vitae a tutte le aziende di recupero crediti di Roma, a cominciare da quelle che erano clienti dello studio e che avevo conosciuto proprio lavorando in quello studio legale.
      Dopo solo 2 mesi di ricerche, utilizzando tutti i mezzi a mia disposizione (e-mail, fax, internet, posta ordinaria, familiari, parenti, amici, conoscenti, ex colleghi, ex compagni di scuola e di classe, segretarie e altri colleghi conosciuti in Tribunale), ho trovato lavoro in una piccola azienda di recupero crediti cliente dello studio legale (con grande disappunto e rosicata da parte del titolare e dei suoi più fidati collaboratori, anche e soprattutto perché il direttore di quell’azienda era amico del titolare dello studio legale e lo avevo conosciuto proprio attraverso lo studio).
      Poi, quando la crisi economica iniziata nel 2008/2009 ha cominciato a disintegrare la piccola azienda dove lavoravo, me ne sono andato in una grande azienda (sempre di recupero crediti), conosciuta attraverso la prima, facendomi aiutare da un collega che aveva fatto “il salto” qualche anno prima (nel 2006, prima della grande crisi).
      E vi dirò di più: in questa grande azienda vi sono colleghi che ogni giorno inviano il proprio curriculum vitae ad altre aziende (ancora più grandi e importanti) e molti di loro hanno trovato lavoro negli uffici legali interni di grandi e importanti banche, alcuni andando fuori Roma, ma altri senza neanche doversi spostare da Roma.
      Alla fine della fiera, morale della favola: con intelligenza, furbizia, astuzia e diplomazia … imparate a sfruttare chi vi sfrutta, sul suo stesso campo: il lavoro ! Imparate tutti i suoi trucchi, acquisite tutte le sue conoscenze, conquistatevi la sua fiducia, entrate nei suoi segreti professionali e, alla fine, pugnalatelo nella schiena e alle spalle quando meno se lo aspetta !
      Per tutti i colleghi che sgobbano negli studi legali in cambio di uno stipendio da fame: inviate i vostri curriculum vitae a cominciare dalle aziende clienti dello studio legale nel quale lavorate, così – quando troverete un lavoro migliore e ve ne andrete dallo studio – al vostro “dominus”, oltre al danno di perdere un valido collaboratore, infliggerete anche la beffa di averlo fregato sul suo stesso campo, nel quale credeva di essere più bravo e più forte di voi !

  4. Daniele says:

    A suo tempo, come intuibile, sono stato praticante anch’io.
    Ho ricevuto soltanto un rimborso spese, per un breve periodo. Non era giusto, ma non mi sono mai lamentato. Ero preparato alla cosa.
    Del resto, non penso che i miei collaboratori si siano mai sentiti schiavizzati.
    Sebbene, in effetti, si possa sostenere l’ingiustizia del sistema, penso da un lato che una retribuzione proporzionale sia piu’ stimolante (e. soprattutto, più *preparatoria* alla futura professione che non garantisce un’entrata a fine mese), dall’altro che chi aspira ad una retribuzione fissa faccia meglio a guardare ad altri lavori (giurista d’impresa, magistrato, manager pubblico o privato, giovane avvocato in un grosso studio).
    Il fatto e’ che per queste professioni ci vogliono grossi numeri che non tutti hanno…

  5. Gianni says:

    La “gavetta” è sempre esistita.
    Più un mestiere rende economicamente e a livello di prestigio, maggiori sono gli ostacoli per accedervi.
    Si parte dal lavoro non retribuito per arrivare (in politica è così, vi assicuro) al servilismo dogmatico.

    Io non sono nemmeno tanto convinto che questo modello sia un male:
    serve a scremare chi non ha le capacità e la forza di volontà per andare avanti, producendo professionisti maggiormente competenti e determinati.

  6. Mah says:

    >Non sarebbe ora di piantarla con la >schiavitù legalizzata per due anni?
    >Non so… uno specializzando medico > > becca 1800 eurazzi

    Dove ? Se mi dici mando mia sorella a rifare la specializzanda.
    E’ Dirigente medico primo livello. Specializzazione neurologia. D.e.a. in ospedale pubblico. 1720 euro netti.

  7. P. says:

    Da quest’anno gli specializzandi sono contrattualizzati a tutti gli effetti con ferie, malattia e…. stipendio di 1800€ mensili netti.Fidati!
    Oltretutto fuori dalla specialità restano in pochi perchè i posti disponibili sono superiori alla richiesta.
    Mi riesce difficile credere che tua sorella ne prenda 1.300 ma può essere, nel settore medico può capitare qualsiasi cosa.Io sono veneto e qui per il full time in ospedale si parte dai 2500€ netti se non sbaglio.Calcola che un pediatra con 800 assistiti deve per contratto lavorare minimo 15ore settimanali (no notti/no obbligo visita domiciliare) e prende 11/12.000 lordi.
    Casa mia è un ospedale…
    ________________________________

    Grazie Daniele per la risposta molto civile, temevo te la prendessi.La mia voleva solo essere un’osservazione a carattere generale, non una critica alla tua “inserzione”.Sento sempre dire “anch’io ai miei tempi ho fatto la gavetta…” ma se ci rendiamo tutti conto che è un sistema ingiusto ci sarà modo per porvi almeno parzialmente rimedio, o no?Il tirocinio o parte di esso già durante l’università sarebbe un’idea così atroce?
    Non credo che la precarietà più nera fino ai quarant’anni sia funzionale a “scremare chi non ha le capacità e la forza di volontà per andare avanti, producendo professionisti maggiormente competenti e determinati”.Forse forgia più frustrati disperati.Trovo coerenti affermazioni tipo ” una retribuzione proporzionale sia piu’ stimolante (e. soprattutto, più *preparatoria* alla futura professione che non garantisce un’entrata a fine mese)”.Capisco meno cose del genere”Più un mestiere rende economicamente e a livello di prestigio, maggiori sono gli ostacoli per accedervi”.Mi pare che alle condizioni attuali facendo l’avvocato non si diventi di certo ricchi.
    Per chi ha un po’ di tempo da investire ho trovato questo blog
    che mi ha rattristato non poco::http://giuristidisoccupati.blogspot.com/.
    Il problema è che nella sua durezza da una visione della situazione che sembra attendibile …

    • Silvia says:

      capitata sul sito per caso, lascio commento lapidario (in quanto praticante).
      una retribuzione proporzionale è sicuramente logica e comprensibile….peccato che finisca per essere misera e proporzionata alla sola stesura atti.
      Rimangono sempre fuori le ore passate in fila agli uffici del tribunale(praticamente quasi tutte le mattine, se lo studio lavora bene), alle poste, agli studi di notai e avvocati a “lasciare documenti”, o il rispondere al telefono, l’occuparsi di quelle pratiche piccole e noiose per il dominus che sono poco formative per noi, come l’ennesimo decreto ingiuntivo dal gdp.
      insomma, ok la proporzionalità, ma ponderiamo anche il tempo che quasi tutti i praticanti, salvo rarissime eccezioni, spendono in attività che con la propria formazione hanno un collegamento a dir poco marginale…
      INOLTRE (alla faccia del lapidario), sarebbe bene che gli avvocati di adesso riflettessero un attimo su quello che fu il loro status di praticanti anni fa, e su quello che patiamo noi ora.
      Loro non si lamentavano dell’essere res mancipi perchè sapevano che prima o poi i frutti di tanti sforzi sarebbero maturati. Noi annusiamo solo puzza di schiavismo e di futura inoccupazione.
      Vorrei anche capire se gli avvocati hanno diritto a qualche “sconto” fiscale quando prendono sotto la propria ala protettiva dei praticanti. In altre professioni d’altra parte capita..

  8. Andrea G. says:

    1) Abilitato al patrocinio dal 17/01/2007
    2) Automunito
    3) Laureato e specializzato
    5) Utente WIN, E LINUX
    4) Solo che vivo e lavoro a Perugia……….

    Ma porc….@ç§?0ç–°§

    🙂
    Caso mai ti dovesse servire una mano per qualche domiciliazione o sostituzione dalle mie parti non esitare a farti sentire!

  9. Andrea G. says:

    Posto di nuovo perchè mi ero dimenitcato di inserire l’indrizzo e-mail….
    Buona domenica.

  10. silvia says:

    non sempre questo sistema premia i più volenterosi o chi ha più capacità, ma chi ha i genitori co più soldi in banca…è ingiusto ma è così..

  11. Giovanni Pagano says:

    Alla cortese attenzione dell’ Avvocato Minotti,

    Mi chiamo Giovanni Pagano e sono un laureando in Scienze Giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza di Pisa.
    Il caso ha voluto (non è proprio un caso) che il mio argomento della Tesi sarà “Diritto d’ autore e nuove tecnologie” e verterà sulla problematica del diritto d’ autore applicato ad internet.
    Leggendo il suo post mi sono incuriosito e mi chiedevo se fosse possibile assisterla come praticante.

    Se le premesse La interessano sono disponibilissimo a inviarle il mio curriculum vitae per avere maggiori informazioni sul mio conto.

    La ringrazio in anticipo per la cortese attenzione,

    Giovanni Pagano

  12. stefano says:

    Gent. Avv. Minotti,
    mi chiamo Stefano Sambuchi e sono l’amico, e concittadino, del suo collega, nonchè ex praticante presso il suo studio, Avv. Lera.
    Chiedo conferma su quanto riferitomi da Federico, ovvero se la persona che starebbe cercando come praticante sarebbe destinata al suo studio di Rapallo.
    Credo che Federico le abbia accennato al mio probabile trasferimento a Genova nel giro di qualche settimana, per ragioni, diciamo così, sentimentali!
    Il punto è questo.
    Vero che Rapallo non è poi così lontana da Genova, ma le dico sinceramente, e a malincuore, che al momento non sono in grado di sopportare economicamente le spese di trasporto che ciò comporterebbe.
    Purtroppo non rientro tra il novero di quei miei colleghi-praticanti che hanno i genitori con un conto in banca a 5 zeri.
    Resto cmq fiducioso e determinato nel voler intraprendere questa professione, convinto che un domani, al raggiungimento del mio sogno, la soddisfazione personale potrebbe essere molto più grande.
    Stefano

  13. Anonimo says:

    la mia ragazza è avvocato, sta cercando, sa 6 lingue…è disposto a parlarne?

  14. Daniele says:

    Per la verita’ cercavo una persona non ancora avvocato.
    Preferirei formarmi il collaboratore dall’inizio.
    Ringrazio, comunque.

  15. luciano bubbola says:

    AAAAAA bella presenza (o quasi), quarantasettenne laureato, disposto a Cococo-dé… tanto in ufficio che in strada… non ho i capelli tinti, né i rialzi nelle scarpe e non canto con Apicella…
    Non sono ancora avvocato, né Forzaitaliota…
    Mi prendi?
    Mi formi?
    Luciano dott. Bubbola

  16. Gianni says:

    ah! per posting molesto adesso danno anche la laurea ? 😀

    miracoli del web 2.0 😉

  17. luciano bubbola says:

    No! Non ancora … ma con la Gelmini si arriverà presto anche a ciò… passando, magari, per la Calabria!
    Ma un po’ di sana e giusta ironia, sì!… o su Re Mida non si può scherzare?
    Eppure porto anch’io la bandana d’estate!
    Ciao 🙂
    Luciano

  18. rik says:

    Salve Daniele.

    Accidenti, quando leggo queste cose mi do dello strønzø da solo.

    Perché non mi sono sbrigato prima?

    A voler fare il musicista prima, l’informatico poi, e lo “schiavo” in nero come assemblatore hardware dopo….e contemporaneamente laurearmi “in tempo”. La stupidita’ è vero che fa parte delle umane cose, ma questo non mi consola.

    Cavolo!

    Io verrei al volo!! Di dove sei?

    Vitto e alloggio mi basterebbero 🙂

    Ma sono in tesi: “L’accesso abusivo ai sitemi informatici”. Dovrei finire a Dicembre, Febbraio al Massimo. A ‘sto minkiø di prof non gliene frega nulla di ciò che scrivo, vuole la bibliografia: caspita, c’è veramente poca roba. Che dici me la invento? Qualche dritta?

    Perdona la faccia tosta.

    Comunque, se non riuscirò a fare l’avvocato, se trovo impiego in qualche azienda che lavora con Linux, sarei ben felice.

    Chiedo scusa per le “divagazioni”.

    Ciao

    Riccardo

  19. luciano bubbola says:

    Libertà per i Folpi!
    No alla discriminazione etnico-domiciliare!
    Ciao 🙂
    Luciano

  20. Donatella says:

    So che non cercava una persona che sia già avvocato, ma se per caso avesse cambiato idea mi proporrei volentieri. Abito nel Tigullio (a Casarza Ligure), sono avvocato da appena un anno, ho sempre svolto pratica di penale presso uno studio di Genova e conosco bene anche il circondario di Chiavari. Se fosse interessato potrei mandarLe il mio curriculum vitae. RingraziandoLa per l’attenzione Le invio i miei più cordiali saluti. Donatella

  21. uno qualunque!! says:

    sfogo personale….facciamo una bella legge dove si obbligano i GRANDI AVVOCATONI a corrispondere ai giovani praticanti una retribuzione minima di euro 500!!….voglio proprio vedere come fanno a cavarsela da soli e a diventare i GRANDI AVVOCATONI!!…me li vedo proprio a girare per i tribunali come forsennati a sbrigare adempimenti!!la verità??…senza praticanti non sareste nulla!!…vi limitereste a guadagnare quanto un impiegato visto il limite insormontabile derivante dalla resistenza fisica umana!!….praticanti d’italia….studiate e fatevela da soli la pratica….fateli sudare in giro per i tribunali!!!

  22. Anonimo says:

    mi scusi, non è per il suo annuncio che commento. Ne traggo solo spunto, sol per curiosità, se per lei non è troppo stupida come richiesta e/o formulata male… ma se uno dovesse interessarsi a questa tematica( capire bene entro che limiti legalmente ci si può muovere in rete)in che modo potrebbe imparare?

  23. Daniele says:

    Sono d’accordo con i “comunistoni” della retribuzione minima.
    E’ assurdo che la categoria che dovrebbe essere in prima linea a difendere i diritti dei cittadini se ne venga fuori con trovate del genere “uno stipendio variabile è più stimolante”: non so voi, ma specialmente in qeusto periodo di crisi la cosa che mi stimola maggiormente sarebbe una retribuzione che mi consenta almeno di pagarmi le spese di vitto e viaggio e magari anche di mettere da parte qualcosina. Poi sono disposto anche a farmi legare, ma di certo non gratis. Dopotutto, la schiavitù è stata abolita da secoli in questo Paese (almeno, così mi pare di aver capito). Se poi lo sfruttamento legalizzato si giustifica soltanto con la trita frase “a mio tempo sono stato sfruttato anch’io”, caro Avvocato, beh… mi sembra che questo argomento sia un po’ deboluccio sia umanamente che giuridicamente. Peccato che nel Vostro codice deontologico, oltre a prevedere un compenso adeguato per il “decoro della professione” non sia previsto altrettanto per chi fa il galoppino avanti e indietro dalle cancellerie o rientra alle 23 per studiarsi le pratiche: il NOSTRO decoro dove lo mettiamo, scusi tanto?
    E non mi venga a dire che sono il solito sbarbatello pieno di pretese: a me sembra che in questo Paese qualsiasi scusa sia buona per sfruttare e prendersi gioco del prossimo, dove qualsiasi categoria professionale fa le umane e le divine cose per mantenere i propri privilegi di casta senza alcuna apertura europea o mondiale (utopie, utopie), dove ci si lamenta tanto che i processi durano secoli ma poi fa comodo a tutti quanti, dove c’è gente mentecatta che spende 5000 euro di avvocati per una causa che ne vale 200 (“per principio”), dove il gioco di squadra si fa soltanto per mantenere intatti i propri privilegi, ma per il resto ognuno si coltiva beatamente il proprio orticello e guai a chi osa entrare, ecc.
    Glielo ripeto, scusi tanto. E’ che proprio me le tira fuori!!

  24. Daniele says:

    Veramente, se leggi bene il post, io offro una retribuzione, ovviamente proporzionata all’impegno (e non potrebbe essere altrimenti).
    Il fatto e’ che sono alla ricerca da anni e non trovo nessuno, ma proprio nessuno.
    Qualche gia’ avvocato, con le idee ben poco chiare su cosa fare nella vita.
    Ripeto che molti farebbero bene a pensare ad altri mestieri. Magari, apparentemente, meno *nobili* (si fa per dire), ma sicuramente piu’ adatti.
    Il mercato e’ brutto, ragazzi. E il mercato non lo fanno gli avvocati.

  25. luciano bubbola says:

    Questo nostro brutto vizio di ‘leggere male’ il post altrui…
    Tutti a fare un corso di ermeneutica per ‘leggere tra le righe’ ciò che ‘in chiaro’ non si vuol dire!
    (O non si ha il coraggio di dire…)
    Intanto coltiviamo il nostro ‘orticello’, come direbbe il buon Candido di Voltaire…

  26. laureanda says:

    Gent.mo Avv.Minotti,
    ho avuto il piacere di incontrarLa e di apprezzare il suo intervento in occasione di una conferenza tenutasi a Milano il 13 novembre, presso Just Legal Service. La mia situazione è la seguente: mi manca un esame per laurearmi, abito a Genova, adoro la materia penalistica, non ho pretese retributive ma solo tanta voglia di imparare. Resto in attesa di una Sua risposta. Cordiali saluti

  27. Vincenzo says:

    Gent.mo Avv. Minotti,
    la residenza nel Tigullio è ancora un elemento imprescindibile per svolgere la pratica nel suo studio?

  28. Daniele says:

    Chiedo la residenza in zona per due motivi:
    – siccome intendo concludere un accordo anche dal punto di visto economico, non vorrei che le spese di trasferimento incidessero troppo, per entrambe le parti;
    – specie per il penale, si vive un po’ nell’emergenza, talvolta vera e propria reperibilita’; e la vicinanza al mio studio (ora prevalentemente a Rapallo) nonche’ alle sedi giudiziarie del Tigullio e di Genova puo’ fare la differenza.
    Poi, se ne puo’ sempre parlare. Semmai scrivimi in privato.

  29. Anonimo says:

    A mio aviso ciò che non si paga non ha valore. La retribuzione è ciò che dà dignità ad un lavoratore ed è una motivazione importante per impegnarsi e per migliorare la propria condizione. Per anni ho lavorato completamente gratis, senza nemmeno il rimborso spese. Di solito, gli avvocati che non pagano sono essi stessi dei morti di fame.
    La teoretica della non retribuzione non è altro che sfruttamento.
    Roberto, avvocato in Modena

  30. Giuliana says:

    Ma facciamola finita con queste falsità del lavoro stimolante, della preparazione al non avere una entrata fissa a fine mese quando si svolgerà la professione di avvocato ecc ecc.. Io vi posso assicurare che sono tutte baggianate dietro alle quali si cela questo sistema delle lobbies degli avvocati per le quali debbono andare avanti soltanto i figli di legali in quanto, nonostante che apparentemente la professione forense sia libera, in realtà è appannaggio solo di chi si può permettere di trascorrere lunghi anni (non solo quelli del praticantato ahimé, ma anche quelli successivi al superamento dell’esame) senza una retribuzione a fine mese, lavorando spesso ben oltre un orario di lavoro “sindacale” con un senso di precarietà appiccicato addosso e una totale impossibilità di progettare alcunché, sulle spalle di mamma e papà.
    Ne parlo con convinzione e con sincera onestà, perché sono avvocato anch’io e purtroppo ho sperimentato sulla mia pelle ciò che riferivo poc’anzi. Ho investito tanti anni di studio ed impegno in questo lavoro e mi sono ritrovata a 35 anni, nonostante mi fossi laureata a 25, avessi superato al primo colpo l’esame di abilitazione e avessi dato sempre il massimo impegno negli studi dove sono stata, nell’impossibilità di proseguire questa attività stanti le ingenti spese a fronte di magrissimi guadagni e stante il totale disinteresse dei colleghi più anziani per i quali mi ero spesa negli anni della formazione dando un solido contributo al loro studio. Ecco questa è l’Italia, sfatiamo ogni mito, il mondo dell’avvocatura è un mare pieno di squaletti che pensano ognuno per sé, è la dimensione dell’individualismo ossesivo, degli ordini professionali di epoca corporativistica che tutelano soltanto i ricchi e panciuti professionisti arrivati, che si ricordano dei giovani avvocati soltanto per chiedere loro i contributi annuali, è il mondo dello sfruttamento a tutto tondo dei ragazzi che si sono fatti con le loro forze ed il loro impegno e che non hanno un babbo avvocato con il parco clienti pronto.
    Giuliana avvocato in Pisa

  31. Oreste says:

    Ma poi non è affatto vero che noi praticanti non dovremmo essere pagati per legge!chi lo dice!il codice civile parla in senso lato di pratica pagata e anche il consiglio dell’ordine nel suo libricino vademecum stabilisce,dopo un paio di mesi di esperienza, di pagare il praticante in maniera adeguata e dignitosa all’attività svolta!!

  32. Daniele says:

    A me non frega del c.c. e del libricino… Io il praticante voglio pagarlo se lavora bene per me…
    Ik fatto e’ che proprio non si trova, almeno qui.

  33. Elisa says:

    Gentile Avvocato,
    sono una lureanda in giurisprudenza con tesi di diritto penale comparato dal titolo “reati informatici: profili comparatistici”. Sono alla ricerca di uno studio legale specializzato in diritto penale per iniziare la pratica forense. Residente a Genova. Automunita. Seriamente interessata e motivata a iniziare un percorso.
    Se fosse interessato Le lascio la mia email: elisa.genitivo@libero.it
    Cordialità

  34. Valentina says:

    Personalmente sono d’accordo con quanti biasimano l’idea di retribuire in misura variabile e “proporzionale”, si fa per dire, a chissà quali criteri di meritocrazia….se il praticante svolge comunque una qualche attività utile allo studio, va retribuito con un fisso al mese, eventualmente integrato da provvigioni, sulla base dei clienti apportati allo Studio. Punto. Oppure se inutile va lasciato a casa. Fine dei discorsi.
    La segretaria la pagate in proporzione all’impegno? E l’elettricista? Quindi, non stiamo a raccontare storie. Se poi non ci sono abbastanza soldi per remunerare un collaboratore, arrangiatevi da soli e abbiate la dignità di non fare false promesse.
    Per quanto riguarda la formazione, sarà un problema del praticante, se ha davvero voglia di fare la professione. Voi fatelo lavorare seriamente, e se lui è una persona seria imparerà da solo, strada facendo.
    Io rabbrividisco quando leggo di annunci nei quali la formazione viene rappresentata come forma (l’unica) di retribuzione. E che? Forse che uno Studio professionale è un’ente di beneficenza? Non raccontiamoci storie, ho detto.
    Ne va del decoro della categoria.

    Per tutti i praticanti che, come qui ho letto, già da subito, si piegano a novanta (perdonate la brutalità del termine) sostenendo di non “avere pretese retributive”, siete voi che svilite la categoria dalle radici.
    Se vi siete laureati con ottimi voti, se conoscete perfettamente almeno una lingua europea, se amate il diritto e avete, quantomeno, il desiderio di provare a conoscere questo mondo, dovete darvi da fare e farvi sempre valorizzare.
    Sin da subito.
    Gli Studi internazionali, dalle boutique firm alle realtà più strutturate, compensano l’eccellenza sin da subito.
    Ma anche diversi studi, c.d. tradizionali, lo fanno. Basta cercarli.

    Se invece non avete nè i requisiti, nè il desiderio di cui sopra, cambiate settore. Sarete condannati ad un infelice mediocrità a vita, pieni di spese e di frustrazioni.

    Valentina, Avvocato in Bologna.

  35. paolo says:

    Valentina hai proprio ragione!!
    Io ho amici piccoli di 23,24 anni militari, e già hanno la macchina, magari pensano a comprare casa la sera escono senza problemi, possono permettersi di portare la ragazza a spasso. E noi praticanti, ma anche neoavvocati, facciamo la fame nonostante abbiamo una laurea. Non voglio giudicare gli altri, ognuno fa le sue scelte, ma almeno arrivati a 30 anni con una laurea ed un praticantato bisognerebbe guadagnare bene e non avere problemi economici. Invece non è così, ti ritrovi a fare la fame per poter portare avanti la passione….no la passione mi è quasi passata. Preferisco prendere uno stipendio dignitoso a fine mese piuttosto che andare in giro a dire sono avvocato però poi esco con i soldi di mamma e papà!
    Se tornassi indietro non farei più Giurisprudenza, anzi non mi iscriverei proprio all’università, ne avrei acquistato di salute sicuramente.

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