Peer2Mail (P2m) e implicazioni legali

Guido Scorza segnala Peer2Mail (P2m), un’applicazione che consente di inviare ad un account di posta elettronica (ovviamente capiente) file di certe dimensioni: splittandoli in piu’ parti, zippandoli e cifrandoli. A destinazione, i file possono essere ricostruiti.

Ecco, contrariamente a Guido non trovo sia qualcosa di rivoluzionario. Si tratta di feature disponibili su altri programmi di compressione. Il vantaggio sta nell’automazione dell’invio.

Sulle implicazioni legali, mi sembra che costituire un account affinche’ altri possano prelevare quanto immesso (uso suggerito dai produttori del sofware) potrebbe essere "messa a disposizione", come previsto dalla lett. a-bis) dell’art. 171 lda. Non penso che un accesso limitato (e non indistinto, come succede nel P2P) possa fare la differenza.

  1. vantar:

    Sono d’accordo con te, nonmi pare che ci sia molto di nuovo. Esistevano già programmini (non supportati da Google ed anzi avversati dalla stessa) che permettevano ad es. di usare Gmail come supporto di archiviazione di file anche di certe dimensioni. La messa a disposizione c’è sempre, resta il problema (comune al P2P) della sussistenza o meno del diritto a farlo.
    Ciao! 😉

  2. Giorgio:

    Perdonatemi, ma non dovrebbe sussistere anche il problema di sapere se si tratta di messa a disposizione DEL PUBBLICO? Ossia, se la collettività cui è rivolta la messa a disposizione possa considerarsi PUBBLICO? Grazie